Io non sarò mai un food blogger…

Cocina III
foto "Cocina III" by _Ganesha_ - flickr

Da un po’ di tempo frequento alcuni  blog di cucina e ho fatto un po’ di amicizia con alcune/i food blogger. Sono arrivato in zona food blogger quasi per caso e sicuramente per vie traverse… Alcuni  blog li ho raggiunti passando dal mio interesse per i temi della tutela dei consumatori e dell’origine degli alimenti, altri  passando da iniziative di solidarietà, dal commercio equo e solidale e dal mondo dei gruppi d’acquisto solidale, altri dalla mia passione sportiva e dalla mia (sigh!) dieta, mentre per ultimo alcuni li ho raggiunti grazie ad alcune  modeste ricettuole che ho pubblicato su questo blog…

Pur pubblicando qualche ricetta non mi ritengo affatto un food blogger anche perchè spesso le ricette  da me pubblicate sono state solo un pretesto per parlare di altri argomenti (dal riciclo degli alimenti per evitare gli sprechi, alla mia dieta, oppure dai prodotti del commercio equo ad iniziative di beneficenza). Nonostante tutto ciò ho cominciato a frequentare questi blog e, come nella vita reale, ho trovato del buono e del cattivo, delle cose interessanti e delle cose che francamente lasciano il tempo che trovano, delle persone bellissime che ammiro e altre che forse non capisco o che non conosco abbastanza per poter giudicare.

La cosa che mi ha colpito più di tutte è la grande professionalità dei food blogger, sia come cuochi, che come fotografi, che webmaster e così via. Ricette elaborate, foto con illuminazione da set di rivista patinata, piatti agghindati con fiocchi, fiocchini e fiorellini, serviti da tavola e apparecchiature da gran cerimonia, posate d’argento anche per le ricette di tutti i giorni… Non so come fate, quanto tempo ci dedicate, se lo fate per lavoro o nei ritagli di tempo, ma in ogni caso siete bravissimi/e… Io con le mie tre ricettuole semplici, presentate nei piatti sbeccati di di tutti i giorni, con la foto fatta al volo con luminosità pessima e con una macchinetta  da tre lire ho subito capito che non sarò mai un food blogger.

Sinceramente in alcuni casi trovo tutto questo un barocchismo eccessivo: posso capire fare un gran piatto per una cerimonia o per una cena particolare, ma blog che sfornano  tutti i giorni piatti che sembrano usciti dalla cucina di un tre stelle Michelin mi sembrano davvero troppo! Eppure mi piacerebbe venire a curiosare nelle vostre cucine di impiegate precarie, di insegnanti di corsa, di madri alle prese con pargoli da accudire e accompagnare a scuola-palestra-musica-catechismo-danza etc… Possibile che abbiate il tempo di fare tutte queste cose, poi di ripulire, rimettere a posto tutto e magari dedicarvi anche  alla famiglia e al lavoro?

Un’altra cosa che all’inizio mi ha colpito positivamente è la community che si crea intorno a questi blog: ogni ricetta ha decine di commenti che si incrociano, rimandi fra i vari blog, iniziative comuni, contest e varie attività che dovrebbero fare aumentare   l’amicizia e la collaborazione fra blogger e appassionati di cucina. A questa prima impressione ne è poi seguita un’altra, scavando un po’, leggendo fra le righe, studiando i vari commenti e le repliche ad alcune ricette o ad alcune iniziative della community, ma soprattutto seguendo le dritte di chi, in questo campo,  è più esperto e navigato del sottoscritto…

Alla fine anche il profano come me intuisce che nel mondo dei food blogger (o almeno di alcuni di essi) la concorrenza è spietata. Le foto sono così belle perchè devono essere le migliori e i contest e le raccolte di ricette, pur non volendolo, si trasformano da occasioni di amicizia  in duelli con i food blogger col coltello tra i denti… E poi ripicche, commenti al veleno, accuse di plagio, post e contropost etc… Figurarsi se poi a questi contest ci si abbina l’impegno civile o la politica o la solidarietà…  si rischia di scatenare una guerra. Per cosa poi in fondo? Per un piatto di cibo che sarà spazzolato via  e in cinque minuti diverrà come quello della foto che accompagna questo post… solo un piatto da rigovernare!

Per queste ragioni io non sarò mai un food blogger!

p.s. le mie sono considerazioni del tutto generiche e per questo non ho messo nel post ne’ link a siti e nemmeno nomi di blogger. Qualcuno forse  potrebbe riconoscersi in alcune di queste situazioni o in queste frasi ma giuro che il mio intento è solo generico ed eventualmente di stimolo per una discussione pacifica…

Come è andata a finire: Liberiamoci del maiale…

Liberiamoci del maiale
banner "Liberiamoci del maiale"

Ricordate la raccolta di post e ricette  “Liberiamoci del maiale” che è stata lanciata dalle food blogger Madama Bavareisa e Kemikonti, con lo scopo di chiedere le dimissioni di Berlusconi e del suo Governo e alla quale io ho partecipato col post sulla Mortadella di Prato?

Volete sapere come è andata a finire a tre settimane dal termine dell’invio delle ricette?

E’ stata un successo enorme tanto che  in pochi giorni sono state raccolte: 252 adesioni, 164 post di ricette a base di maiale e altri 35 post dedicati all’iniziativa senza ricette.

Trovate un bilancio di tutta l’iniziativa in questo post di Norma Campignano, mentre in quest’altro post trovate tutte le ricette!

Credo che si tratti di un risultato estremamente positivo anche se, purtroppo, ancora non ci siamo liberati del maiale… ma non è mai troppo tardi per la porchettata finale!

Run For Life… correre per chi non può più correre…

Logo Run for Life
foto "Logo Run for Life"

Anche se non ne parlo spessissimo, i lettori più assidui del mio blog sanno che sono un podista amatoriale. Di solito, fra allenamenti e gare corro più o meno 5 giorni a settimana, quasi tutti insieme al mio allenatore Fabrizio e ai miei compagni di squadra dell’Atletica Signa.

E’ stato Andrea, detto pescio, un mio carissimo amico e compagno di allenamento, nonchè grande volontario di Emergency a presentarmi questa iniziativa di solidarietà nata nel mondo del podismo e dedicata a chi non può più correre, perchè purtroppo ha perso le gambe a causa delle odiatissime mine anti-uomo.

L’iniziativa si chiama Run for Life – Kilometri utili e cerca di unire podisti e non podisti nella raccolta di fondi a favore del Centro chirurgico “Ilaria Alpi” di Emergency a Battambang (Cambogia), per offrire assistenza alle vittime della guerra e delle tante mine antiuomo che ancora sono disseminate nei territori del Nord Cambogia.

Come funziona il progetto

I podisti, che  per passione macinano chilometri tutte le settimane con qualsiasi condizione atmosferica (neve, pioggia, solleone, vento, ghiaccio, afa, etc…), si impegnano a registrarsi sul sito di Run for Life e a riportare  tutti i km percorsi in gara e allenamento. I sostenitori (non podisti) invece scelgono di abbinarsi ad un podista iscritto a Run for life e versano  ad Emergency 8 centesimi di Euro per ogni km percorso dal proprio atleta.

A fine mese il podista che si è ammazzato di fatica per le strade e il sostenitore che, in tutta tranquillità, ha tirato fuori  qualche spicciolo, aiutano insieme le persone cambogiane che non possono camminare.

Chi l’ha ideato e come arriva il sostegno ad Emergency.

Questo progetto è nato da un podista Max e da un informatico Silvio (qui c’è tutta la storia) che hanno avuto l’idea, semplice ma eccellente, di abbinare l’efficienza atletica dei podisti amatori, in particolare dei maratoneti, alle sofferenze e alla disabilità delle vittime delle mine anti-uomo: gambe efficienti a sostegno di gambe offese dalla guerra.

Il sito internet Run for Life nasce per fare questo abbinamento, raccogliere i km percorsi e conteggiare a fine mese i centesimi raccolti che saranno poi versati dai sostenitori tramite carta di credito direttamente sul sito di Emergency. In nome della trasparenza e dell’efficenza, Run for Life, non raccoglie i soldi ma le donazioni vengono fatte direttamente dal sostenitore sul sito di Emergency. E’ per questo che il mio amico Andrea, come detto già volontario di Emergency, ci ha coinvolti  tutti, perchè il progetto è sicuro e i soldi vanno direttamente all’organizzazione di Gino Strada, senza transitare per mano di intermediari.

Un desiderio.

Io ho già aderito personalmente a questa iniziativa: mi sono già registrato e ho immesso tutti i km percorsi in questo mese, rilevandoli dal mio cardiofrequenzimetro con GPS Garmin Forerunner 305 (ve ne parlerò in un post prossimamente). Mi piacerebbe trovare adesso un sostenitore: sarebbe estremamente semplice chiedendo a familiari e amici ma trovo che forse sarebbe più bello trovare qualcuno che ti sostiene anche senza conoscerti di persona… un po’ come accade con la donazione del sangue.  Io ci metterò il tempo, il sudore e  la fatica… c’è qualcuno che ci mette qualche spicciolino? Perchè quando torno a casa distrutto e metaforicamente dico che ho le gambe di legno, mi piacerebbe che ci fosse qualcuno, dall’altro capo del mondo, ad averla davvero una bella protesi nuova…

Se l’idea vi piace e pensate di andare su www.runforlife.it alla ricerca di qualche podista  da sostenere (anche per un solo mese) vi ricordo che  il mio nickname è unpodimondo, mentre il nickname del mio amico Andrea è pescio… Se poi non vi bastassero i nostri due nicknames, scrivetemi e vi darò i nicknames di altri amici che corrono con noi!

Aggiornamento al volo delle ore 17.25 del 25 Febbraio 2011

Col mio amico Andrea ci chiedevamo se mai qualcuno ci avrebbe sostenuto. Non posso credere ai miei occhi! Nemmeno dopo un’ora dalla pubblicazione di questo post ho avuto la mia prima sostenitrice: Libera, la blogger di Accanto al Caminetto e Accanto al Camino. Ci conosciamo solo attraverso i nostri blog ma posso sicuramente dire che si tratta di una persona (e di una sportiva) con un cuore veramente grande!!! Grazie, grazie, grazie Libera… Non mi dilungo perchè sto partendo per andare all’allenamento di oggi… Non vi immaginate con che soddisfazione vado oggi pomeriggio a macinare i miei km!!!!!

Aggiornamento  delle ore 22.20 del 25 Febbraio 2011

Mi ha appena scritto Max, il podista ideatore e curatore di Run for life. Lo ringrazio per i complimenti al blog e vi metto una sua nota che mi ero dimenticato di scrivere nell’articolo… Grazie Max!

[…]in realtà gli stessi podisti possono “donare” e quindi affrancarsi dai sostenitori, anche se l’idea originale era in effetti che il podista fatica e i sostenitori donano. […]

dalla mail ricevuta da Max

Run for life

Il Trovarobe di Carnevale.

Ouagadougou - Burkina Faso
foto "Ouagadougou - Burkina Faso" by Rita Willaert - flickr

La sezione fiorentina del Movimento Shalom organizza per il pomeriggio di Sabato 26 Febbraio 2011 il

TROVAROBE DI … CARNEVALE

mercatino solidale di oggetti nuovi ed usati

c/o i locali dell’ SMS di Rifredi in via Vittorio Emanuele II n. 303 a Firenze dalle ore 14.30.

Il ricavato delle vendite sarà utilizzato per un micro-progetto consistente nell’acquisto di un asino e di un carretto da donare ad una famiglia o a un giovane del Burkina Faso, per avviare una piccola attività lavorativa di trasporto. Il costo dell’asino e del carretto è di 600€ e comprende anche la fornitura di foraggio per nutrire l’asino per un mese.

Vi metto un breve testo sul progetto “Un asino da trasporto” tratto dal sito del Movimento Shalom.

[…] Nelle zone desertiche del Burkina Faso l’asino costituisce un importante mezzo di spostamento per persone e merci. Possedere un asino può migliorare sensibilmente la qualità della vita di una famiglia e di un’intera comunità. Il progetto si rivolge in particolare alla donna, che riveste un ruolo di primaria importanza all’interno del tessuto sociale e nel contesto familiare, poiché è lei ad occuparsi della casa e dei figli, a dover provvedere all’approvvigionamento dell’acqua e del cibo e alla gestione dei pochi risparmi, svolgendo spesso anche i lavori più faticosi per riuscire a  guadagnare i pochi soldi necessari a sopravvivere, percorrendo ogni giorno lunghe distanze a piedi con i figli.
Fornire un asino e un carretto alle famiglie più povere e con maggiori necessità, significa sollevare la donna di fatiche estremamente onerose, poiché potrà essere utilizzato come mezzo di trasporto per legname, acqua, ortaggi, e merci da vendere ai mercati. L’asino può all’occorrenza anche essere utilizzato come “taxi” o “ambulanza”, permettendo così alla famiglia di svolgere un servizio utile alla comunità, ottenendo in cambio un adeguato compenso da chi chiederà il suo intervento. […]

tratto dalla pagina “Un asino da trasporto” sul sito del Movimento Shalom.

La bandierina della speranza.

Oggi a Firenze tira un vento gelido da far paura. Me ne sono accorto  stamani quando mi sono alzato e sono andato ad aprire le persiane. L’apertura delle finestre alla mattina  è per me quasi un rito: inizio dalla porta finestra del mio studio… la apro,  fermo la persiana e butto lo sguardo sul termometro appeso al muro esterno di casa per verificare la temperatura (stamattina il mercurio stava fra i 4 e i 5°). Poi mi volto e dalla terrazza giro lo sguardo verso l’orizzonte per cercare di capire che tempo farà, scrutando verso le colline a nord di Firenze. Se non ci fossero quei 2 palazzi aldilà del parcheggio e del giardinetto pubblico vedrei perfettamente sia  la Calvana che Monte Morello e in lontananza (ma solo in giornate limpide) anche le cime innevate dell’Abetone.  Oggi il mio sguardo non è andato verso le montagne ma è stato attirato da una terrazza di uno dei condomini di fronte dove sventolava freneticamente una piccola bandiera a cui non avevo fatto caso prima… Magari la bandierina è là da diversi giorni ma solo il vento di oggi  l’ha animata così tanto da farmela notare. L’ho guardata con commozione e l’ho chiamata la bandierina della speranza… E’ quella nella foto ed è  una bandierina egiziana! Com’è piccolo il mondo!

Florence, Flag of hope - Firenze, Bandiera della Speranza
foto "Florence, Flag of hope - Firenze, Bandiera della Speranza" by unpodimondo - flickr

Mamma autista ha un abbassamento di vista: licenziata dalla Tiemme, azienda pubblica di trasporto.

DSC09364
foto "DSC09364" by Lorello - flickr

E’ ancora viva la mia emozione per le donne scese in piazza in occasione dell’iniziativa “Se non ora quando” che sono rimasto esterrefatto dopo aver  appreso questa notizia, lesiva dei diritti e della dignità delle donne, soprattutto delle madri lavoratrici. Non si tratta di escort o bunga bunga ma di una madre, forse licenziata in tronco da un’azienda pubblica della “rossa” Toscana a causa di un abbassamento della vista, conseguente alla seconda gravidanza. Ma andiamo con ordine…

Questa signora è un’autista di autobus della Tiemme Spa (Toscana Mobilità), società interamente pubblica nata nel 2010 dalla fusione delle aziende Train di Siena, Rama di Grosseto, Lfi di Arezzo e Ata di Piombino. Al rientro dalla seconda gravidanza, la visita di controllo ha riscontrato alla signora un abbassamento della vista tale da mantenere i requisiti solo per la patente “B” ma non quelli per la patente “D” pubblica. Stando a quanto appreso dalla stampa  la direzione della Tiemme avrebbe inviato alla signora una lettera di licenziamento, senza nemmeno preoccuparsi di un eventuale ricollocamento in un altro incarico. E’ impossibile che una delle 10 più grandi aziende di trasporto pubblico d’Italia, con quasi 1.200 dipendenti e di proprietà di enti pubblici  non possa ricollocare  in altre mansioni una lavoratrice, madre di due bimbi e  con problemi di salute. Ad esempio, nelle scorse settimane Ataf, l’azienda di trasporto pubblico di Firenze, ha ricollocato 50 autisti in esubero come verificatori di biglietti col risultato del recupero di una fetta dell’evasione dei cosiddetti “portoghesi”… Non è possibile fare altrettanto con questa signora, visto che sembra che la Tiemme Spa abbia solo due verificatori in tutta la provincia di Arezzo?

E questi sarebbero gli amministratori che dovrebbero far ripartire l’Italia dopo 15 anni di Berlusconismo?

Per approfondire la notizia:

Aggiornamento del 25/03/2011

Il 24/03/2011 ho ricevuto una e-mail  dall’Ufficio Stampa di Tiemme Spa. A questo link l’articolo con tutto il comunicato.

M’illumino di meno 2011 (nonostante l’ENI)

Banner - M'illumino di meno
Banner - M'illumino di meno

Domani, Venerdì 18 Febbraio 2011 ritorna “M’illumino di meno”, l’iniziativa dedicata al risparmio energetico e alle fonti rinnovabili promossa dalla trasmissione radiofonica di RadioDue Caterpillar.

Quest’anno, oltre allo spegnimento delle luci per favorire il risparmio energetico, gli organizzatori chiedono di accendere simbolicamente, per  ricordare il 15o° anno dall’unificazione italiana, delle luci tricolori alimentate da fonti rinnovabili: dai led ai fanali delle biciclette.

Io, nel mio piccolo, aderirò all’iniziativa tenendo spento il  pc durante tutta la durata della trasmissione radiofonica (dalle 17.00 alle 19.30) . Ascolterò la radio e mi metterò a fare qualcosa di manuale senza usare “elettrodomestici”, oppure se non piove, uscirò per una corsetta…

A questo link potete leggere la presentazione dell’iniziativa, mentre cliccando qui potete lasciare la vostra adesione. Per vedere tutti gli eventi e gli appuntamenti di domani potete andare su questa pagina  e scegliere la vostra regione.

Vi metto invece per esteso il  decalogo di M’illumino di meno, che mi sembra interessante.

Decalogo: Buone abitudini per il 18 febbraio (e anche dopo!)

  1. Spegnere le luci quando non servono.
  2. Spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici.
  3. Sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l’aria.
  4. Mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola.
  5. Se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre.
  6. Ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria.
  7. Utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne.
  8. Non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni.
  9. Inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni.
  10. Utilizzare l’automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso tragitto.

E ricordati di spegnere tutte le luci e i dispositivi elettrici non indispensabili venerdì 18 febbraio alle ore 18.00!

Decalogo tratto dall’articolo pubblicato sul blog di Caterpillar.

Fra i vari eventi organizzati in occasione di M’illumino di meno mi piace segnalare l’Aperitivo a Impatto Zero organizzato dai giovani del Movimento Shalom di Fucecchio (Fi) che si terrà presso il Centro culturale e Bottega del Comercio Equo e Solidale “Il mondo in vetrina” via Donateschi 33 Fucecchio, dalle 18.30 alle 21.30. La serata, rigorosamente a lume di candela, sarà allietata da buone pietanze e buona musica per stare insieme risparmiando e aiutando chi ha più bisogno.

Eni: uno sponsor ingombrante…

Come ormai accade da 5 anni il principale sponsor della manifestazione M’illumino di meno è Eni (qui la notizia). Molte persone, associazioni e settori del consumo critico e del commercio equo e solidale contestano questa sponsorizzazione per quello che Eni combina nel Terzo Mondo… Insomma sembrerebbe un classico caso di greenwashing (qui la definizione di greenwashing su Wikipedia). Guardate un po’ questo video che circola in rete e traete da soli le vostre deduzioni…

Appuntamenti per il fine settimana (un po’ di tutti i tipi).

DSC_0177c
foto "DSC_0177c" by "L'ITALIA NON È UN BORDELLO" - flickr

Vi metto un elenco di appuntamenti (di tutti  i tipi) per il prossimo week-end.

FIRENZE – SABATO 12 FEBBRAIO ore 11.00 – CORTEO CON CACEROLAZO: L’ITALIA NON È UN BORDELLO!

Quarto Corteo con  Cacerolazo da Piazza Sant’Ambrogio a Piazza Pitti. Da tre sabati semplici cittadini fiorentini si ritrovano alle 11.00 in Piazza di Sant’Ambrogio e sfilano per le vie del centro facendo rumore con pentole e mestoli per chiedere  le dimissioni di Berlusconi, perché non sopportano più un governo completamente immobile e con un Primo Ministro travolto dagli scandali.

CAMPI BISENZIO (Fi) – SABATO 12 FEBBRAIO ore 17.00 – “SONO COSA MANGIO” c/o  il centro Culturale Canapè in Via Giusti 7

All’interno del ciclo di incontri “DisCorso PerCorso Benessere”, incontro sul tema “Sono cosa mangio” con Daniela Pasini insegnante di educazione fisica ed esperta di alimentazione, a cura della Cooperativa Sociale Macramè e del Gruppo d’Acquisto Solidale Campiingas. Seguirà una degustazione di prodotti biologici offerta dai produttori di Campiingas. L’ingresso è gratuito. Per eventuali informazioni campiingas@yahoo.it

FOSSATONE (Bo) – Sabato 12 Febbraio – ore 20.30 CENA DI BENEFICENZA PER IL BURKINA FASO.

Il gruppo Shalom di Medicina (Bo) organizza una Cena di Beneficenza per i progetti in Burkina Faso del Movimento Shalom c/o il Centro Sociale Nuova Vita a Fossatone (Bo).  La cena sarà allietata dalla Compagnia “La Garisenda” – Pierluigi Foschi.  Costo 13€. Per informazioni: Vilma 328-8513292, Nadia 348-2228593, Gabriella 331-9047609

FIRENZE (E TUTTA ITALIA) – Domenica 13 Febbraio ore 14.00 – SE NON ORA QUANDO.

Manifestazione delle donne italiane  a difesa della dignità e del rispetto per tutte le donne. A Firenze il ritrovo è in Piazza dei Giudici alle ore 14.00 con corteo fino a Piazza della Repubblica.

CALENZANO (Fi) Domenica 13 Febbraio ore – 17.00 – 19.30 L’ULTIMA NOTTE DI SHERAZADE

Equoland, la fabbrica di cioccolato equo e solidale di Calenzano, vi aspetta dalle 17.00 alle 19.30, c/o la propria sede in via delle Bartoline 41 con “L’ultima notte di Sherazade”,  spettacolo di danza del ventre con  coreografie nei vari stili: dal sanguigno saido, alle armoniose e fluenti danze con i veli, al raffinato sharqi, al ritmo incalzante e vivace delle percussioni, all’originalitá delle ali d’Isis e all’istintivitá e passionalitá della danza gitana. Lo spettacolo è a cura del Ballet Academic Studio di Calenzano e Sesto Fiorentino.  Equoland offrirà una degustazione di cioccolatini artigianali e cioccolata calda del commercio equo e solidale.

Equoland aspetta anche tutti gli innamorati con una serie di prodotti graziosi e golosi da regalare per San Valentino, per un amore sincero, equo e solidale: cioccolatini, oggetti in pietra saponaria, collane in malachite e lapislazzuli e molto altro ancora, per pensieri grandi e piccoli!

 

 

Come nasce una merendina industriale

Forse questa gag radiofonica l’avete già sentita se siete frequentatori del blog  Trashfood.com, oppure di Ecoblog.it. Io la riposto, per  i lettori che ancora non l’hanno ascoltata, perchè mi sembra molto interessante (purtroppo). L’attrice Carla Signoris, con una buona dose di ironia, vi racconta come vengono prodotte le merendine industriali… Buon Ascolto e Buon Appetito!

Il videomessaggio di Don Andrea Cristiani di Febbraio 2011

Come ogni mese condivido con voi il videomessaggio di Don Andrea Cristiani, fondatore del Movimento Shalom. Gli argomenti affrontati in questo messaggio sono due:

  • L’anno Europeo del volontariato 2011 indetto dall’Unione Europea (qui il sito ufficiale)
  • L’inaugurazione della Facoltà di Agronomia  a Ouagadougou in Burkina Faso (qui la notizia)

Buona visione!