Domani è il primo maggio e la festa dei lavoratori è da sempre una ricorrenza laica molto sentita. Fino ad ora le persone che lavoravano erano poche, soprattutto quelle dedicate ai servizi essenziali di emergenza (forze dell’ordine, ospedali, vigili del fuoco, etc…), mentre gli altri lavoratori facevano festa…
In questi giorni invece sindaci, media e commercianti (dai bottegai alle multinazionali), in nome del Dio Profitto e con scarso (se non nullo) rispetto per i lavoratori, chiedono e si battono per l’apertura dei negozi anche il primo di Maggio. Questi moderni “sacerdoti” della religione del Pil e dei consumi sfrenati, con la scusa della crisi, vogliono sminuire e distruggere il significato della festa del lavoro, facendola diventare la festa dello shopping e del consumo ad oltranza, mettendo in secondo piano i problemi degli operai, dei precari, dei lavoratori in mobilità e così via…
I sindacati, la Chiesa cattolica e anche qualche raro politico si sono opposti a queste manovre (vedi questi articoli di Repubblica, La Stampa, Il Piccolo,Firenze on Line, Di tasca nostra) ma credo che la risposta più incisiva a questa situazione debbano darla i lavoratori che il Primo Maggio saranno in festa… Boicottate i negozi aperti e non rinchiudetevi in quelle cattedrali dello spreco che sono i centri commerciali. Almeno per un giorno potete rinunciare allo shopping e al meccanismo del nasci-produci-compra-crepa?
Se anche Dio il settimo giorno si è riposato non potete farlo anche voi, per una volta? Non sapete cosa fare? Organizzate un picnic in campagna, una gita in bicicletta, una partita di pallone, una grigliata, oppure… stendetevi su un prato ad osservare le nuvole!
Il Movimento Shalom, in collaborazione con la Regione Toscana e il Cesvot organizza a Collegalli – Montaione (Fi) la
XXXV Festa della Pace
Programma
30 Aprile 2010
Ore 21.00 Ricordando Marco. S. Messa e fiaccolata
1 Maggio 2010
Ore 9.30 Apertura stand: cultura, gastronomia e artigianato. Apertura del Luna Park per bambini con giochi gonfiabili, saltimbanchi, teatrino dei burattini, calcio balilla umano.
ore 10,30 INFANZIA AFFAMATA. Assemblea nazionale genitori adottanti a distanza e internazionali con testimonianze dal Burkina Faso, dall’Eritrea, dall’India e dal Pakistan.
Il video qui presente è stato fatto da Medici Senza Frontiere a sostegno della campagna a favore delle 10 più importanti crisi dimenticate del 2009. L’iniziativa prevede anche un sito web www.crisidimenticate.it, un libro di 160 pagine acquistabile qui e un rapporto di 27 pagine che è liberamente scaricabile a questo indirizzo, la cui lettura è abbastanza sconvolgente… perchè, oltre a descrivere la drammatica situazione delle 10 crisi, mette in confronto lo spazio dedicato dai TG a queste emergenze, rispetto al gossip, agli scandali e a vari atti criminali, mostrando quali sono le priorità dei nostri mezzi di (dis)informazione di massa.
Queste crisi appaiono molto di rado fra le notizie dei nostri telegiornali e perciò sono “dimenticate”. Il rapporto analizza i dati, raccolti dall’osservatorio di Pavia, sui telegiornali delle tre reti rai e delle 3 reti mediaset con risultati a dir poco sconvolgenti… Ad esempio, nei tg dei 6 canali…
Nel 2007 sulle crisi in Somalia, Darfur, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana e sul Ciad sono state date 41 notizie… su Paris Hilton 63 notizie.
Nel 2008 sulla Malnutrizione sono state date 110 notizie… su Carla Bruni 208. Sulla situazione in Sudan sono state date 53 notizie… sul caldo estivo 81 notizie. Sul colera in Zimbabwe sono state date 12 notizie… sulla coppia Briatore-Gregoraci 33 notizie.
Nel 2009 il delitto di Garlasco (585 notizie) supera le notizie dal Pakistan (225), il delitto di Perugia (536 notizie) straccia la guerra in Sri Lanka (53 notizie), mentre i saldi (122 notizie) e il caldo (246 notizie) sopravanzano la malnutrizione e la fame nel mondo (116 notizie).
I Medici senza frontiere chiedono a tutti di adottare queste crisi, cercando di dare visibilità a questi fatti. Basta collegarsi a questa pagina per dare il proprio contributo: i privati possono adottare queste crisi tramite facebook, mentre Scuole, le Università, i giornali, i blog e i media in generale possono impegnarsi a diffondere le notizie sulle crisi.
E’ un sacco di tempo che non mi occupo di podismo e vorrei riprendere la mia raccolta di consigli per podisti principianti, che ho intitolato «La corsa “…for dummies”» e che è rimasta incompiuta dallo scorso anno…
Dove eravamo rimasti? Finora avevamo parlato di abbigliamento, scarpe e motivazioni, ma non avevamo mai parlato di iniziare a correre… E’ quindi il momento di farlo, con una tabellina ad uso e consumo di coloro che si avvicinano al podismo per la prima volta e che magari sono sedentari da anni (come lo ero io quando ho iniziato nel lontano 2003). Sono andato perciò a scartabellare fra i miei vecchi files Excel ed ho ritrovato il file con la tabella con cui ho iniziato a muovere i primi passi. Si tratta di una tabella che, se seguita con costanza, vi porterà in meno di 5 mesi da Zero minuti ad un’ora di corsa continuata…
Logicamente la tabella non è farina del mio sacco ma a mia volta l’ho ripresa da qualche sito di podismo o da qualche rivista. Purtroppo sul mio vecchio file Excel non ci sono note sull’autore e perciò non posso rendere “a Cesare quel che è di Cesare”… però posso solo ringraziare chi mi ha fornito questa tabella perchè per me è stata preziosissima… (e se ce l’ho fatta io vuol dire che ce la possono fare tutti…)
Se qualche lettore conoscesse il nome dell’autore e la fonte della tabella sarei grato di pubblicarlo in queste pagine…
Prima Settimana
Lunedì: 5 volte 1 minuto di corsa + 1 minuto camminando
Martedì: Riposo
Mercoledì: 5 volte 1 minuto di corsa + 1 minuto camminando
Giovedì: Riposo
Venerdì: 7 volte 1 minuto di corsa + 1 minuto camminando
Sabato – Domenica : Riposo
Seconda Settimana
Lunedì: 5 volte 2 minuti di corsa + 1 minuto camminando
Martedì: Riposo
Mercoledì: 8 volte 2 minuti di corsa + 1 minuto camminando
Giovedì: Riposo
Venerdì: 5 volte 3 minuti di corsa + 1 minuto camminando
Sabato – Domenica : Riposo
Terza Settimana
Lunedì: 4 volte 3 minuti di corsa + 1 minuto camminando
Martedì: Riposo
Mercoledì: 8 volte 2 minuti di corsa + 1 minuto camminando
Giovedì: Riposo
Venerdì: 5 volte 3 minuti di corsa + 1 minuto camminando
Sabato – Domenica : Riposo
Quarta Settimana
Lunedì: 3 volte 5 minuti di corsa + 2 minuti camminando
Martedì: Riposo
Mercoledì: 5 volte 3 minuti di corsa + 1 minuto camminando
Giovedì: Riposo
Venerdì: 3 volte 5 minuti di corsa + 2 minuto camminando
Sabato – Domenica : Riposo
Note alla presente tabella
In questa prima fase dovete abituare il vostro corpo (gambe, cuore, respirazione etc…) alla corsa e perciò la cosa più importante è procedere con estrema gradualità, lasciando al corpo il tempo per abituarsi ai cambiamenti. In questo modo farete dei progressi per piccoli passi, senza faticare più del necessario e soprattutto senza farvi male.
La scansione delle giornate è ritmata in modo da far abituare il vostro corpo all’esercizio e perciò prevede un giorno di riposo dopo ogni allenamento (due nel fine settimana). Evitate di allenarvi in giorni consecutivi. Se proprio avete voglia di fare qualcosa nei giorni di riposo potete fare una semplice passeggiata, senza correre.
L’alternanza nell’allenamento di minuti di corsa con minuti di camminata serve per allenare il fiato e ha lo scopo di non farvi venire il fiatone dopo pochi minuti di corsa. Camminando potete riprendere fiato senza interrompere l’esercizio, per poi riprendere la corsa. Infatti il vostro esercizio è proprio composto dall’addizione cammino+corsa e sarebbe bene non fermarsi dopo i minuti di corsa. Con l’andare del tempo e con l’aumento della vostra resistenza, i minuti di cammino saranno sempre meno e quasi senza accorgervene arriverete a correre fino ad un’ora …
In tutta questa fase lo scopo è abituare il nostro organismo alla corsa e perciò non è necessario correre velocissimo ma con un ritmo adeguato che vi consenta di correre per i minuti indicati dalla tabella senza poi dover stramazzare al suolo… Secondo quello che dicono i veri allenatori dovreste correre ad un ritmo che vi consenta di parlare con un vostro compagno di corsa (reale o virtuale) senza dover accusare troppa fatica… Se alla fine dei minuti di corsa avete troppo fiatone da dover fermarvi e non riuscite nemmeno a fare i minuti di cammino seguenti, vuol dire che avete premuto troppo sull’acceleratore…
Se per un qualsiasi motivo saltate un allenamento o due non ci sono problemi: riprendete da dove eravate rimasti slittando poi gli allenamenti successivi e rispettando l’alternanza fra i giorni di corsa e quelli di riposo. Se saltate una o due settimane il mio consiglio è quello di ripartire rifacendo l’ultima settimana di allenamento che avete già fatto (ad esempio se avete fatto l’ottava settimana e poi siete stati fermi per una o due settimane riprendete ripetendo l’ottava settimana e poi andate avanti alla nona). Se invece lo stop è di uno o più mesi valutate il caso di ricominciare la tabella dall’inizio, in base a come vi sentite. Logicamente quando parlo di stop vuol dire che siete stati fermi senza fare niente… se nel frattempo avete fatto altri sport (nuoto, ciclismo, sci di fondo etc…) vi siete comunque allenati e non dovete ripartire da zero!
Infine un ultimo consiglio… se proprio siete sedentari e volete cominciare a correre seriamente, magari parlatene anche col vostro medico. Trovo prematura in questo momento una visita presso gli ambulatori di medicina dello sport, ma un colloquio col vostro medico di base credo che sarebbe una buona idea…
Ormai lo avrete già sentito al telegiornale… Oggi pomeriggio Matteo Dell’Aira, Marco Garatti, Matteo Pagani e 5 dei sei afgani di Emergency sono stati liberati… Questo è il comunicato di Emergency…
Gli operatori di Emergency Matteo Dell’Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani Guazzugli Bonaiuti, fino a oggi detenuti in una struttura dei servizi di sicurezza afghani, sono stati liberati, non essendo stato possibile formulare alcuna accusa nei loro confronti”. È quanto si legge in un comunicato diffuso a Milano da Emergency, nel quale si ringrazia «tutti coloro che hanno lavorato insieme a Emergency per il rilascio, in Italia, in Afghanistan e nel mondo”.
“Siamo molto, molto felici che i nostri tre operatori siano stati finalmente liberati e che abbiano potuto contattare le loro famiglie dopo otto giorni di angoscia”: è il commento di Cecilia Strada, presidente di Emergency, pochi minuti dopo l’annuncio della liberazione a Kabul di Marco Garatti, Matteo Pagani e Matteo Dell’Aira. “Non avevamo dubbi sul fatto che tutto si sarebbe risolto bene – ha detto Cecilia Strada – perchè abbiamo sempre saputo che sono innocenti, così come lo sapevano le centinaia di migliaia di cittadini italiani che ci hanno sostenuto in questi giorni”. I tre operatori, ha detto, stanno bene e sono felici di essere liberi. In questo momento si trovano nell’Ambasciata italiana a Kabul. Una liberazione, quella dei tre operatori arrestati nove giorni fa, che secondo Emergency è stata possibile «grazie al lavoro di tutti coloro che si sono adoperati in questi giorni”. Non sa ancora, Cecilia Strada, se e quando i tre operatori potranno tornare in Italia: “Ora è il momento della gioia, poi si ragionerà su cosa fare”.
Il responsabile della comunicazione di Emergency, Maso Notarianni
Purtroppo un’altra azienda storica, la Bialetti, come la Golden Lady chiude gli stabilimenti italiani per trasferire la produzione nei paesi dell’Est, lasciando a casa 118 dipendenti. Vi metto uno stralcio dell’articolo di Vincenzo Amato Pietro Benacchio su “La Stampa”.
L’omino con i baffi non sorride più e il Piemonte perde uno dei suoi simboli nel «made in Italy». Bialetti, da oltre mezzo secolo sinonimo di caffettiere, ha deciso di chiudere lo storico stabilimento a Crusinallo di Omegna (Verbano Cusio Ossola) e avviato la procedura di mobilità per i 118 dipendenti.
La produzione della Moka express verrà spostata nei Paesi dell’Est.[…]Un doccia fredda, durata appena 4 minuti. Alcuni operai si sono messi a piangere alla relazione dei sindacalisti, poi hanno dato vita a presidi della fabbrica e si sono riuniti in assemblea permamente.
Aggiungo un altro stralcio da un articolo apparso su “Leggo”.
Le organizzazioni sindacali hanno confermato il loro no al piano della Bialetti Industrie Spa, che ieri ha annunciato la decisione di chiudere lo stabilimento di Crusinallo, dove si producono le famose Moka Espresso.[…]
Chiude la fabbrica dove nel 1919 fu fondata la Bialetti, per decenni sinonimo di caffettiere. L’annuncio è stato dato oggi dall’azienda che ha ventilato la possibilità di trasferire l’intera produzione italiana di moka express dallo stabilimento di Crusinallo, vicino ad Omegna, a un paese dell’est europeo. […]
Oggi la Bialetti Industrie, nata dalla fusione di Alfonso Bialetti & C. con Rondine Italia, è impegnata in più settori produttivi. Sotto il marchio Bialetti ce ne stanno altri non meno importanti e con una lunga tradizione: oltre a Rondine, Girmi, Aeternum e CEM che immettono sul mercato accessori da cucina, piccoli elettrodomestici, caffettiere non elettriche. Dal luglio 2007, Bialetti Industrie è quotata sul MTA di Borsa Italiana. Il Gruppo, con circa 1000 collaboratori, copre tutti i principali mercati geografici. Cinque le filiali all’estero (Francia, Germania, Spagna, Turchia, India) e 5 gli stabilimenti produttivi di cui uno, quello di Crusinallo, finora specifico nella produzione delle moka.
Come nel caso della Golden Lady abbiamo una ditta italiana che, in nome del profitto, chiude in Italia e trasferisce la produzione nell’Europa dell’Est. Vorrà dire che in solidarietà con i 118 operai piemontesi, dopo le calze, boicotteremo anche i prodotti delle marche Bialetti, Rondine, Girmi, Aeternum e CEM.
Ci sono notizie e fatti che leggiamo e conosciamo anche da tempo, ma alle quali non prestiamo molta attenzione, fino a quando non arriva qualcuno che ci “apre gli occhi” con una foto od un’immagine, più eloquente di tanti discorsi… (per la serie “se non vedo non credo”).
Nei giorni scorsi mi sono imbattuto in “Sugar stacks.com” un sito statunitense che ha fatto una cosa banale… Ha contato la quantità di zucchero presente nei vari cibi e bevande e l’ha rappresentata con una pila di zollette, che è più convincente di qualsiasi discorso… Così scopriamo che la classica lattina di Cola da 355 ml, contiene 39 gr di zucchero pari alla bellezza di 9 zollette e mezzo da 4 gr. l’una… Avreste mai pensato che una bevanda fresca, che va giù tutta d’un fiato, contenesse tanto zucchero?
Il sito passa in rassegna bevande, merendine, snack, cereali da colazione, frutta, cibi pronti, ognuno con la sua pila di zollette… Logicamente, come dicono i curatori, le pagine usano le zollette di zucchero come aiuto visuale, semplificando un po’ il problema in quanto gli zuccheri possono essere diversi (saccarosio, fruttosio, miele, zucchero di canna, sciroppo di mais..) ed ognuno viene metabolizzato in modo diverso, però l’operazione (pur banale) rende bene l’idea…
Sugarstacks.com ha anche fatto una seconda pila… ovvero la pila delle carote. Nella videata dedicata ai vegetali scopriamo che anche le carote contengono dello zucchero, ovvero una zolletta da 4 gr ogni 85 gr. Di conseguenza è possibile misurare a quante carote corrisponde la quantità di zucchero presente nei cibi e nelle bevande… Lo zucchero contenuto nella bottiglietta di Cola, che è al centro della foto in alto (16 zollette e mezzo), corrisponde allo zucchero contenuto in 1,383 kg di carote… per la gioia di Bugs Bunny… e forse delle nostre/vostre diete!
Torno sulla situazione di Emergency per segnalare questa pagina del sito PeaceReporter.net con i racconti di Matteo Dell’Aira, Infermiere capo dell’ospedale di Emergency a Lashkargah, attualmente sequestrato dal governo afgano… Vi metto 4 piccole ma drammatiche storie… Leggete voi e rispondetevi da soli se Matteo è un terrorista o piuttosto un testimone scomodo…
Vergogna (Storia di Said Rahman).
E’ quella che proviamo tutti qui all’ospedale di Emergency a Lashkar-gah, Afghanistan, dopo l’inizio dell’ennesima ‘grande operazione militare’, che ogni volta è la più grande…
Un profondo senso di vergogna per quello che la guerra, qualsiasi guerra, fa. Distruzione, morti, feriti. Sangue, pezzi di carne umana. Urla feroci e disperate. Non fa altro.
Ma qualcuno ancora pensa che sia un buon modo per esportare ‘pace e democrazia’.
In effetti la pace la stavano portando anche a Said Rahman, noto ‘insurgent’ della zona, ma quella eterna però. Si è beccato un proiettile in pieno petto, di mattina presto, mentre era in giardino.
Non stava pattugliando la zona, non stava combattendo, non stava mirando nessuno.
Non ha nemmeno visto da dove arrivava il proiettile che ha ancora nel corpo e che gli ha sfondato il polmone di destra. Ha solo sentito un gran bruciore e poi è svenuto dal male.
L’hanno trasportato in elicottero fino a Lashkar-gah, gli stessi elicotteri che prima sparano, poi in ambulanza nel nostro centro chirurgico per vittime civili della guerra, abbastanza instabile ma con il suo orsacchiotto di peluche nuovo di zecca, regalo della democrazia.
Sembrava avesse la gobba da tanto sangue si era raccolto nella schiena.
E’ stato operato subito, gli hanno messo due drenaggi toracici, quasi più grandi di lui.
Perché il noto ‘insurgent’ ha sette anni.
Sette.
Questa è la ‘grande operazione militare’, la più grande.
Vergogna.
Fazel Mohammed ha due occhi azzurri che parlano da soli.
Il suo piccolo corpo è già pieno di cicatrici, ricordi di gioco e di malattie che da noi sono scomparse ormai da anni.
Una delle poche zone del suo corpo ancora intatte erano le ginocchia.
Ci ha pensato un proiettile, che lo ha rovesciato a terra mentre giocava in giardino, a lasciargli un bel segno. Ora avrà anche lì due belle cicatrici, quelle del foro di entrata e del foro di uscita di quel maledetto pezzo di metallo arrivato a velocità assurda.
E’ arrivato da noi grazie a uno zio dopo tre interi giorni in cui non si è potuto muovere da casa sua, a Marjah.
Si è già messo in piedi, vuole andare a casa, è preoccupato per i suoi familiari.
Sembra un uomo, ma ha solo 10 anni.
Da noi i bambini di dieci anni fanno la quinta elementare.
E non rischiano la vita per la guerra.
Anche a Nadalì, altro distretto non lontano dall’ospedale di Emergency a Lashkar Gah, stanno combattendo ormai da giorni.
Anche lì sta arrivando la pace e la democrazia.
Akter Mohammed è arrivato poco fa con il padre Wali Jan, un uomo di almeno 60 anni con una folta barba bianca.
Un proiettile, uno solo, gli ha passato la testa da parte a parte, è ancora vivo e lo stanno operando.
Il padre urlava e si batteva il petto. Non solo per quello che hanno fatto a suo figlio, ma anche per il modo.
Akter era in casa sua, dietro a una finestra su cui picchiava il sole.
La sua curiosità l’ha spinto ad avvicinarvisi per vedere cosa stava succedendo fuori: tutti quei rumori di blindati e colpi di fucile. Qualche portatore malato di pace e democrazia ha visto una sagoma e non gli è parso vero di testare la sua mira. Ha sparato e non ha più visto la sagoma alla finestra.
Ma non è tutto. Sono entrati poi in casa, urlando e facendo alzare le mani al padre, spingendolo con forza contro il muro. In un angolo, sotto la finestra, hanno visto il risultato del proiettile esploso contro quella sagoma che appariva alla finestra. Un bambino di 9 anni.
Nove.
E ovviamente, appena l’hanno visto a terra ferito e spaventato, se ne sono andati.
Senza una parola.
Non si abbandona così nemmeno un cane.
Che schifo!
Sono arrivati con il loro papà Anar Gul, dopo un viaggio in elicottero, al nostro ospedale alle 19.15, tramortiti dalle ferite e dallo spavento.
Bambini come tutti i bambini del mondo, che in giardino giocano tra loro.
Solo che in questo paese nei giardini delle case si possono trovare oggetti molto strani, che attizzano la curiosità soprattutto dei più piccoli.
Uno di loro ha cominciato a tirare dei sassi addosso all’oggetto sconosciuto, ma visto che nulla succedeva, ha pensato bene di dargli fuoco con un accendino trovato chissà dove.
La bomba è esplosa, ed ha ucciso subito Masullah, 6 anni e Safiullah di 11.
Sharifullah, 7 anni, è arrivato da noi pieno di schegge su tutto il corpo.
Ed insieme a lui, è arrivata la sorella, Rahmat Bibi, con due brutte schegge che le hanno perforato la pancia.
I chirurghi l’hanno operata subito, la mascherina per l’ossigeno era quasi più grande del suo intero volto.
Perché Rahmat Bibi ha circa 1 anno, è una neonata.
Ed ha già incontrato la follia della guerra.
Purtroppo il diario di Matteo è costellato di storie simili… Oltre a questi bimbi ci sono anche le storie Ali, Gulalai, Khudainazar e Roqia, con tanto di foto, che vi ho risparmiato… (qui la pagina con l’indice delle storie). Purtroppo adesso nessuno racconterà più queste storie ma soprattutto chissà se e come saranno curati i bimbi di Lashkar-gah da ora in poi…
Quando leggo queste storie e penso che là ci sono anche i nostri soldati, mi vergogno di essere italiano…
Purtroppo per motivi lavorativi non potrò andare alla manifestazione a favore di Emergency che si terrà a Roma, SABATO 17 Aprile alle ore 14,30 in piazza Navona, ma col cuore e col pensiero sarò comunque là…
Aggiornamento del 15 Aprile 2010
La Manifestazione di Sabato prossimo a Roma, date le grandi adesioni, è stata spostata da Piazza Navona a Piazza San Giovanni.
Ringrazio tutti gli italiani che stanno firmando l’appello di Emergency: in pochi giorni sono state superate le 300.000 firme… Continuate a firmare qui…
Sabato 10 aprile militari afgani e della coalizione internazionale hanno attaccato il Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah e portato via membri dello staff nazionale e internazionale. Tra questi ci sono tre cittadini italiani: Matteo Dell’Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani.
Emergency è indipendente e neutrale. Dal 1999 a oggi EMERGENCY ha curato gratuitamente oltre 2.500.000 cittadini afgani e costruito tre ospedali, un centro di maternità e una rete di 28 posti di primo soccorso.
Credo che non servano ulteriori commenti. Se il sito non risponde, per favore ritentate! Fortunatamente siamo in tanti a firmare e il sito è un po’ intasato. Vi consiglio di seguire le notizie sullo sviluppo della situazione sul sito di Peacereporter.