Il mio post sulla decisione di vendere la macchina dello scorso giugno (qui) ha suscitato diversi commenti e mi è piaciuto molto questo articolo segnalato da ammennicoli sul mestiere di ciclista/genitore, che si può applicare anche a podista/genitore (pur se podisti e ciclisti si vedono fra di loro come cane e gatto).
Il resto dei commenti poneva invece l’accento sull’indipendenza data dal possesso dell’auto ed è una reazione comprensibile perchè, senza rendercene conto, tutti siamo condizionati dalla macchina. A me per capirlo c’è voluto un percorso lungo, fatto di tanti anni, che vi racconterò in breve.
Erano i primi anni del nuovo secolo e per dimagrire e rimettermi in forma avevo cominciato a corricchiare: prima 10 minuti, poi mezz’ora, poi un’ora. Dopo alcuni mesi iniziai a fare qualche garetta di quartiere, poi mi iscrissi ad una società sportiva e con gli anni feci anche la maratona. E siccome la corsa ti fa star bene e ti prende, cominciai a correre anche quando gli altri non lo avrebbero mai fatto, cioè con la pioggia, il vento, la neve e il solleone. Nel 2010 feci perfino una maratona di 3 ore e 44 minuti tutta sotto l’acqua: d’altra parte se la prepari da quattro o cinque mesi e se hai speso la modica cifra di 50 o 60€ di iscrizione, la pioggia e il vento… gli fanno un baffo alla maratona!
Fino a qui è solo la banale storia di uno sportivo dilettante che corre e cammina nel tempo libero ma ad un certo punto capita qualcosa che ti fa scattare una molla e scopri che quello che di solito fai per sport puoi farlo anche nella vita di tutti i giorni. Ad esempio sei in coda in auto per andare a fare una banale commissione (tipo in banca o in posta) e quando arrivi a destinazione devi girare a vuoto per cercare un parcheggio libero. Imprechi, ti arrabbi, mandi a quel paese gli altri automobilisti e ti accorgi che, andandoci camminando, ci avresti messo lo stesso tempo e ti saresti stressato di meno… In bici addirittura saresti arrivato prima. A quel punto fai mente locale, ti accorgi che da casa tua al luogo della commissione saranno si e no due o tre km e che magari il giorno prima, allenandoti ne hai fatti almeno il triplo.
Alla fine della storia impari che l’indipendenza non te la dà l’automobile ma l’utilizzo del mezzo giusto al momento giusto… e meravigliosamente scopri che, specialmente in città, l’auto non è quasi mai il mezzo giusto, tranne forse quelle due o tre volte in cui vai a comprare i mobili all’Ikea!