Non è mai troppo tardi!

Per una serie di motivi che non sto ad elencarvi, questo mese sono più pigro del solito ma questo articolo vorrei pubblicarlo lo stesso, anche se la notizia risale ormai a una ventina di giorni fa e magari l’avete già letta altrove.

Lo scorso 4 Gennaio, presso il velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines, Robert Marchand, ciclista francese, ha percorso 22,547 chilometri, stabilendo il record mondiale sull’ora per la sua categoria di età… che è di ben 105 anni. Classe 1911, ex pompiere di professione ma anche ex-ginnasta ed ex-boxeur nel 2014 aveva fatto lo stesso record nella categoria over 100, mentre adesso la categoria over 105… è stata creata proprio per lui perchè fino ad oggi nessun ciclista di quell’età aveva mai tentato il record.

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Robert Marchand ha dichiarato: «Avrei potuto far meglio: non ho visto che mancavano gli ultimi dieci minuti. Altrimenti sarei andato un po’ più veloce». E poi «Ho sempre fatto sport, sempre mangiato tanta frutta e verdura e mai bevuto troppo caffè. Faccio tra i 10 ed i 20 chilometri al giorno sulla bici, ma tutti al coperto; non voglio uscire perchè ho paura di prendere freddo!»

Dopo aver ricevuto i complimenti da Arnold Schwarzenegger, Robert Marchand gli ha lanciato una sfida: fare insieme il prossimo giugno una pedalata sulle strade del dipartimento dell’Ardèche.

Non male per uno che ha iniziato seriamente ad andare in bici solo a 67 anni. Come dire? …Non è mai troppo tardi!

Foto "Robert Marchand durante il record dell'ora" - foto trovata su internet
Foto “Robert Marchand durante il record dell’ora” – foto trovata su internet

Euro 2016: torna l’album gratuito on line delle figurine Panini!

Panini on line 2016 - foto by unpodimondo
Panini on line 2016 – foto by unpodimondo

Vi sta salendo la febbre per i prossimi campionati europei di calcio 2016? Se i vostri figli oppure il bambino che è in voi (e quello dentro al sottoscritto è piuttosto insistente) vi chiedono di comprare l’album delle figurine Panini anche quest’anno avrete un alternativa divertente e soprattutto TOTALMENTE GRATUITA: l’album on line a cui potrete accedere dopo esservi registrati a questo sito web: https://onlinestickeralbum.paninigroup.com

Si tratta di una versione ridotta dell’album ufficiale e per completarlo ogni giorno  il sito vi regalerà 2 bustine di figurine virtuali alle quali potrete aggiungere altre bustine immettendo i codici che trovate in fondo a questo post… Ogni codice sblocca una bustina. Insomma, avrete modo di raccogliere gratuitamente un sacco di figurine ma, per far durare il gioco, non potrete aprire più di 5 bustine al giorno…

Una volta aperte le bustine troverete delle figurine, del tutto uguali a quelle cartacee, da incollare virtualmente sul vostro album oline. E con i doppioni? I doppioni si scambiano con altri collezionisti, come si farebbe nella vita reale, con la differenza che le persone con cui potete scambiare le figurine sono  milioni e sono sparse per il mondo. Quando scambierete per la  prima volta una figurina di una nazionale riceverete in omaggio una figurina dei tifosi di quella nazionale che andrà a riempire due pagine speciali dell’album.

In breve tempo si completa l’album e si passa del tempo divertendosi. Non si vince niente ma se così riuscite ad evitare l’acquisto delle figurine di carta… alla fine sarà un bel risparmio!

Codici per sbloccare i pacchetti di figurine (Se ne trovate altri aggiungeteli nei commenti così li condividiamo insieme).

2016-COOL-GAME
COKE-BEST-GOAL
CODE-EURO-PACK
EUROFOOTBALL
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EURO-FANS-PACK
HAVE-NICE-EU16
IGOT-IGOT-NEED
FOOTBALLLOVE
COKE-FAIR-PLAY
EURO-COCA-COLA
UEFA-EURO-2016
2016-COKE-GAME
ONLY-EURO-2016 (new)
COCA-COLA-EURO (new)

Come è andata a finire col quadro che turba i legali di Facebook…

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Foto “Painting – L’Origine du Monde (The Origin of the World)” by fmpgoh – flickr

Ricordate il mio post (qui il link) in cui vi raccontavo della disputa legale in Francia tra un appassionato d’arte e Facebook in merito al quadro  l’Origine del Mondo di Gustave Courbet del 1866? Volete sapere come è andata a finire?

L’avvocato di Facebook voleva far valere la clausola sottoscritta dagli utenti del Social network in fase di apertura del proprio profilo,  dove si dice che l’unico foro competente per le liti sul social network sia un tribunale della California, dove ha sede la multinazionale. Il Tribunale de Grande Istance de Paris ha invece deciso che le controversie sulle limitazioni alla libertà di espressione sono di competenza della giustizia francese e quindi ha fissato la prima udienza al 21 maggio prossimo. Quella che sembrava soltanto una questione “pruriginosa” sta diventando una lotta contro lo strapotere delle multinazionali e la scelta del Tribunale francese ribadisce che, alla faccia delle varie clausole vessatorie, ogni Stato è e rimane sovrano in casa propria! Insomma, in attesa del processo, il piccolo professore-David ha già fatto tremare Facebook-Golia.

A seguito della figuruccia mondiale pare che nel frattempo i legali di Facebook abbiano dichiarato che “gli standard della comunità si sono evoluti” accettando i nudi artistici, purché non fotografici. Invece le foto delle mamme mentre allattano i loro bimbi pare che per Facebook rimagano ancora “materiale pornografico”… Secondo me sono sempre le solite paturnie dei bacchettoni americani: le foto di un capezzolo turbano i minorenni, le armi in vendita libera no, tanto che a 13 anni puoi sterminare la tua famiglia se non ti piace la cena (vedi questo articolo di Repubblica).

C’è un quadro che turba i legali di Facebook…

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Foto “Painting – L’Origine du Monde (The Origin of the World)” by fmpgoh – flickr

Poniamo che siate uno storico dell’arte, oppure no, che siate un semplice turista in gita a Parigi che è andato come milioni di altre persone al Musée d’Orsay e che ha fotografato uno dei quadri  più famosi del Museo: l’Origine del Mondo di Gustave Courbet del 1866. Guardatevi bene dal postare la foto su Facebook perchè, come molti altri utenti verrete bannati e censurati per pubblicazione di materiale “pornografico” e il vostro account potrebbe venir chiuso per alcuni giorni o addirittura per sempre.

E’ già successo all’artista danese Frode Steinicke che aveva usato l’immagine per promuovere una trasmissione sulla storia dell’arte del secondo canale pubblico danese Dr2 (qui) e ad altre persone tra cui, nel 2011, ad un appassionato d’arte francese, professore scolastico e padre di tre figli che aveva pubblicato una foto del quadro col link ad un documentario prodotto dalla tv culturale franco-tedesca Arté. L’internauta francese, dopo la chiusura del suo account, non si è perso d’animo e si è rivolto alla giustizia. Consigliato dall’avvocato di Nantes, Stéphane Cottineau,  in nome della libertà d’espressione e del diritto alla cultura ha chiesto la riattivazione dell’account e 20.000€ di danni morali derivati dalla chiusura del proprio profilo.

Madame Caroline Lynnaz, avvocato del gigante americano, sta cercando di far valere la clausola sottoscritta dall’utente di Facebook,  in fase apertura del conto,  dove si dice che l’unico foro competente per le liti sul social network sia un tribunale della California, dove ha sede la multinazionale. Avete presente quelle noticine che nessuno legge ma che tutti sottoscriviamo quando  clicchiamo sul pulsante “Accetto” per iscriversi ad uno dei tanti servizi online?

L’avvocato Stéphane Cottineau ha ribadito che si tratta di una clausola vessatoria e, che se così fosse, sarebbe gravissimo perchè vorrebbe dire che nessuno dei 22.000.000 di utenti francesi di facebook, in caso di lite,  potrebbe mai portare la multinazionale davanti alla giustizia della propria nazione…

La decisione verrà presa il prossimo 5 Marzo dal Tribunal de Grande Instance de Paris.

Per approfondire:

p.s. Facendo alcune ricerche per fare questo post ho scoperto che Facebook sarebbe così “bacchettone” da impedire perfino la pubblicazione di madri che allattano i propri neonati…

Prezzi differenziati per sesso: in Francia la tassa sulle donne.

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Foto “Monoprix, après l’averse” by Damien Roué – flickr

Su change.org ho trovato una petizione francese che ha destato la mia curiosità. La storia parte dalla catena di supermercati Monoprix e in particolare dai rasoietti bilama in plastica da gettare. In questo supermercato sono in vendita gli stessi rasoi, fatti dalla stessa ditta, ma differenti per colore: azzurro per lo sbarbamento dei maschietti e rosa per la depilazione delle femminucce. I sacchetti dei rasoi costano rispettivamente 1,72€ quello azzurro e 1,80€ quello rosa, ma c’è una piccola differenza: nel sacchetto dei maschi ci sono 10 rasoi mentre in quello delle femmine ce ne sono soltanto 5 e perciò le signore pagano il doppio per lo stesso rasoietto di plastica, solo per averlo di color rosa.

Il collettivo femminista Georgette Sand ha fatto due conti e ha verificato su molti oggetti una differenza di prezzo basata sul sesso: dal gel per la rasatura ai deodoranti, dai saponi agli shampoo per finire con i giocattoli. La situazione è subdola perchè i prodotti spesso non sono affiancati ma in scaffali e reparti separati per cui è difficile fare il confronto. In media i prodotti femminili costano di più di quelli maschili e alla fine dell’anno le signore spenderebbero circa 1.130€ in più dei maschi nonostante anche in Francia gli stipendi delle signore siano più bassi di quelli dei signori.

A questa differenza di prezzo il collettivo Georgette Sand ha dato il nome di Womantax e ha aperto il blog http://womantax.tumblr.com/ dove raccoglie tutte le foto e dove potete confrontare le differenze di prezzo fra articoli maschili e femminili. Ci trovate veramente di tutto: perfino gli ovetti kinder!

La catena Monoprix si è giustificata dicendo che le differenze di prezzo non dipenderebbero dal sesso ma dai volumi di vendita e perciò i maschi spenderebbero meno perchè si radono di più e consumano più rasoi…

A questo link potete firmare  la petizione su change.org

Foto tratta dal Blog http://womantax.tumblr.com/
Foto tratta dal Blog http://womantax.tumblr.com/

Gloriosi Fallimenti.

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Foto “Costa Concordia” by ARPA Toscana – flickr

Oggi la Costa Concordia ha iniziato il suo viaggio verso Genova tra il tripudio e le dirette live di tutte le televisioni. Non so se c’era,  ma dietro a giornalisti tv, mancava solo la banda a fare zum-pa-pà per festeggiare l’evento. L’Italia è veramente un paese alla rovescia. Il simbolo di una tragedia nata da una smargiassata (l’inchino al Giglio) che causò 32 vittime, invece di essere rimosso in silenzio e con vergogna, viene accompagnato a Genova quasi in trionfo. D’altra parte il capitano Schettino, come riportano molti giornali (qui La Stampa), è stato immortalato abbronzatissimo in un esclusivo party vip sull’isola di Ischia. In tutti i paesi civili il responsabile di un tale disastro sarebbe come minimo dietro le sbarre, in Giappone forse averebbe fatto harakiri dalla vergogna. Da noi invece ci sono delle signore vipparole che si fanno fotografare accanto a Schettino come se  fosse una star del cinema.

Purtroppo noi italiani siamo così da secoli: abbiamo una tale faccia di bronzo da trasformare i nostri più vergognosi insuccessi nei più spettacolari trionfi. A Pisa, il fallimento di un campanile progettato male, l’abbiamo trasformato in un celebre monumento mondiale!

Forza Matteo, prendi esempio da Schettino! Se ti impegni, con le tue riforme potresti trasformare il Senato e tutta la democrazia italiana, in un relitto rugginoso come la Costa Concordia e magari alla fine potresti pure uscirne vincitore!

P.S. Intanto i francesi, che non si fidano,  hanno mandato due navi militari con tanto di ministro dell’ecologia a bordo, a sorvegliare il mare intorno alla Corsica dove transiterà la Costa Concordia. Un minimo sversamento di inquinanti e nascerà un caso diplomatico! (fonte Corse Matin).

Due o tre cose che ho imparato sull’Auvergne e che la dicono lunga sull’Italia.

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Foto “IMG_6205” by kevinzim – flickr

Nei giorni scorsi mi è capitato di leggere alcune pubblicazioni della regione francese dell’Auvergne e di avere scoperto alcune notizie molto interessanti che la dicono lunga su quanti danni hanno prodotto al nostro paese l’immobilismo di una delle classi dirigenti più vecchie di tutto il pianeta inseme a vent’anni persi nella lotta fra berlusconismo e antiberlusconismo…

L’Auvergne (Alvernia su Wikipedia) è una regione nel Massiccio centrale, prevalentemente montuosa, storicamente al di fuori delle grandi vie di comunicazioni francesi e che fino a qualche decennio fa era considerata una zona depressa. Eppure nonostante questo…

Nel 2009 l’Auvergne è stata la prima regione europea a collegare il 100% della popolazione all’ADSL e nel prossimo autunno partirà come regione pilota nel progetto nazionale di collegare il 100% della popolazione alla fibra ottica. Il progetto nazionale francese prevede di collegare alla fibra ottica il 70% della popolazione entro il 2020 e il 100% entro il 2025. La fibra ottica e più in generale i servizi digitali, non porteranno solo la tv HD in tutte le case ma saranno il motore di sviluppo di tutta la Francia, in particolare della telemedicina, del telelavoro, dell’educazione e formazione a distanza e dell’aiuto alle piccole e medie imprese. Nel 2025, quando il totale dei francesi nati senza internet sarà superato da quello dei nati con internet, tutti quanti saranno già collegati in fibra ottica.

A questo va aggiunto che nel bilancio della regione dell’Auvergne, nonostante i tagli imperanti anche in Francia,  le più importanti voci di spesa sono: educazione, formazione e nuove tecnologie… solo a seguire troviamo trasporti e sanità… Insomma, in Auvergne  si progetta e si mette già ora in pratica il futuro dei prossimi decenni…

Adesso fate due confronti con l’Italia e giudicate un po’ voi.

Dalla Francia un’idea ruspante, per ridurre i rifiuti ed avere uova freschissime!!!

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Foto “poules” by Guicab – flickr

Barsac è un paesino di 2.100 abitanti della Gironda e il suo sindaco ha avuto un’idea geniale per la riduzione dei rifiuti organici. Invece di dotare i suoi cittadini di compostiere, il sindaco, Philippe Meynard, ha donato una coppia di galline a circa 150 famiglie. Questa scelta, che a prima vista sembrerebbe alquanto bizzarra, nasce da un calcolo sulla riduzione dei rifiuti organici: in un anno ogni coppia di volatili mangia circa 300 kg di rifiuti alimentari domestici (pane secco, scarti di frutta e verdura, etc…), produce 400 uova e una discreta quantità di pollina, ottimo concime per gli orti familiari.

Le famiglie che hanno ricevuto in regalo la coppia di galline si sono impegnate a tenerle per due anni, a curarle e a non mettere galli nel loro pollaio. In cambio hanno ricevuto il permesso per vendere le uova in eccedenza al mercato locale.

L’idea è stata già copiata da diversi sindaci della zona e di altre aree rurali francesi. L’amministrazione comunale di Podensac, un altro paese della Gironda, ha calcolato che distribuendo 1.000 galline eviterebbe lo smaltimento di 150 tonnellate di rifiuti alimentari con un risparmio per le casse comunali di 15.000€…

Delitto perfetto.

Foto "grecia-italia" by unpodimondo
Foto "grecia-italia" by unpodimondo

Nel mese di Aprile la rivista di Emergency (E il mensile) compie un anno: un anno di servizi fotografici, reportages, notizie che non appaiono in tv e nemmeno nella carta stampata dei grandi gruppi editoriali. Ad ogni articolo sarebbe da  dedicarci un post, da quanto sono interessanti. Per festeggiare questo compleanno ho scelto un pezzo dedicato all’economia e alla finanza di Stefano Squarcina. Credo che in poche righe ci sia il ritratto della situazione economica attuale.

DELITTO PERFETTO  di Stefano Squarcina.

Non è vero, come dice in sostanza il governatore della Banca centrale europea Mario Draghi in un’intervista al Wall Street Journal del 23 Febbraio scorso, che il modello sociale europeo è semplicemente morto. E’ stato invece “assassinato” dalle politiche europee di austerità e rigore di bilancio che hanno preferito salvare un sistema bancario e finanziario sconnesso dalla realtà industriale e produttiva, invece di puntare  sul rilancio della crescita e dell’occupazione per uscire dalla drammatica crisi economica e sociale in cui l’Unione europea si trova.

In tre anni e mezzo di crisi, le banche europee hanno incassato 6.100 miliardi di euro in aiuti governativi, soldi dei contribuenti; lo dice il presidente della Commissione, José Manuel Barroso.

Con la stessa cifra avremmo potuto comprarci per ben diciassette volte tutto il debito pubblico della Grecia o, se vogliamo, i debiti di Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Irlanda e Grecia messi insieme, senza bisogno di riforme antisociali, e ancora ne avanzerebbero. La crisi greca è stata utilizzata per imporre una più generalizzata riforma del modello sociale europeo, per imporre tagli ai sistemi pensionistici pubblici, per riformare il mercato del lavoro, per ridurre al lumicino il finanziamento dello stato sociale, per aprire ulteriormente i sistemi economici a un modello di competitività mondiale sregolata.

L’unica prospettiva  che l’Unione europea ci propone oggi è quella di condizioni salariali e dei diritti allineate a quelle dei cinesi o dei vietnamiti – non il contrario – complice una globalizzazione dei mercati che spinge verso il basso la redistribuzione della ricchezza. Dobbiamo fare i conti con la nuova realtà economica  del mondo, ci spiegano, mentre – guarda caso – dimenticano di spiegarci che questa è il frutto di scelte politiche ed economiche ben precise, ispirate dalla nuova teologia dell’austerità. La governance è la nostra nuova Bibbia , i regolamenti europei in materia i nuovi Atti degli Apostoli.

Poco importa se l’Unione europea e la zona euro saranno, nel 2012, le uniche regioni del mondo in recessione economica,  a dimostrazione dell’assurdità delle politiche pro-cicliche di Commissione e Consiglio UE.

Non contenti, lo scorso 2 Marzo i leader europei hanno firmato a Bruxelles un nuovo trattato sulla governance rafforzata: con l’imposizione della costituzionalizzazione  del principio del pareggio di bilancio, mettono fuori legge quella di Keynes e altre importanti teorie di politica economica sulla crescita e l’espansione della produzione industriale. A Bruxelles, è pronto anche un secondo pacchetto d’iniziative legislative sulla governance, da perfezionare entro giugno, che insiste sulla strada dell’austerità.

Il modello sociale europeo, caro Draghi, non è morto di morte naturale. L’avete ucciso voi con le vostre politiche: 6100 miliardi di euro per le banche e non una lira per finanziare il rilancio industriale e dell’occupazione in Europa; vorrà ben dire qualche cosa tutto ciò, o come al solito non è colpa di nessuno?

tratto da “Delitto Perfetto” di Stefano Squarcina, pubblicato a pag. 41 di E- il mensile di Aprile 2012

L’Italia retrocede ancora nella classifica sulla libertà di stampa.

foto Edicolante by carlotardani - flickr
foto "Edicolante" by carlotardani - flickr

Nei giorni scorsi è uscita l’edizione 2009 della Classifica sulla libertà di Stampa redatta, analizzando la situazione di ben 175 paesi, da Reporters sans Frontieres (potete leggerla integralmente cliccando su questo link). Vediamo un po’ di numeri, tanto per capire come siamo messi nel nostro paese:

I primi

I primi paesi per libertà di stampa sono: Danimarca, Finlandia, Irlanda, Norvegia, Svezia.

L’Italia

L’Italia retrocede ancora e si colloca al 49° posto con un calo di ben 14 posizioni in due anni (nel 2007 eravamo al 35° posto e nel 2008 al 44°). Nella classifica ci precedono (e quindi hanno una maggiore libertà di stampa) paesi come la Jamaica (23°), il Ghana (27°),  Trinidad e Tobago (28°), il Mali e  il Costa Rica (entrambi al 30°), la Namibia (35°) e  il Suriname (42°).

Ad essere sinceri la libertà di stampa in Europa Occidentale è in costante declino se pensiamo che vicino all’Italia (49° posto) troviamo altri paesi che perdono diverse posizioni, come la Francia (43°), la Spagna e la Slovacchia (entrambe al 44° posto).

E per il futuro?

Per il futuro non c’è da stare allegri… Se pensiamo che due paesi frequentati molto spesso dal nostro premier sono la Russia di Putin (al 153° posto in classifica) e  la Libia di Gheddafi (al 156° posto) abbiamo ancora ampi margini di peggioramento!