Cambiamenti climatici…

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Foto: “London taxi in snow” by E01 – Flickr

In queste settimane i media riportano soltanto due tipi di notizie: la campagna elettorale (che mi è già venuta a noia dopo due giorni) e i cambiamenti climatici. I tg sono pieni di servizi che trattano di zone in cui  cadono metri di neve e slavine, altre dove c’è il sole e temperature primaverili, fino alla neve nel deserto.

C’è però un’altra notiziola curiosa sul clima che ho trovato in un trafiletto di giornale. Le temperature dell’oceano atlantico stanno piano piano raffreddandosi ed entro la fine del secolo (ma alcuni scienziati più pessimisti parlano di soli 10 anni) la corrente del golfo potrebbe non arrivare più nel nord dell’Atlantico. Secondo l’articolista questo sarebbe disastroso per le isole britanniche che si ritroverebbero improvvisamente con un clima siberiano e la conseguente migrazione climatica di buona parte della popolazione. Con la differenza che se gli irlandesi saranno ancora cittadini europei, nel frattempo i britannici saranno diventati ne’ più ne’ meno degli extracomunitari come quelli che sbarcano a Lampedusa… Che ne farà la UE dei barconi e dei sottomarini gialli con i sudditi di sua Maestà? Sai che ridere…

Delitto perfetto.

Foto "grecia-italia" by unpodimondo
Foto "grecia-italia" by unpodimondo

Nel mese di Aprile la rivista di Emergency (E il mensile) compie un anno: un anno di servizi fotografici, reportages, notizie che non appaiono in tv e nemmeno nella carta stampata dei grandi gruppi editoriali. Ad ogni articolo sarebbe da  dedicarci un post, da quanto sono interessanti. Per festeggiare questo compleanno ho scelto un pezzo dedicato all’economia e alla finanza di Stefano Squarcina. Credo che in poche righe ci sia il ritratto della situazione economica attuale.

DELITTO PERFETTO  di Stefano Squarcina.

Non è vero, come dice in sostanza il governatore della Banca centrale europea Mario Draghi in un’intervista al Wall Street Journal del 23 Febbraio scorso, che il modello sociale europeo è semplicemente morto. E’ stato invece “assassinato” dalle politiche europee di austerità e rigore di bilancio che hanno preferito salvare un sistema bancario e finanziario sconnesso dalla realtà industriale e produttiva, invece di puntare  sul rilancio della crescita e dell’occupazione per uscire dalla drammatica crisi economica e sociale in cui l’Unione europea si trova.

In tre anni e mezzo di crisi, le banche europee hanno incassato 6.100 miliardi di euro in aiuti governativi, soldi dei contribuenti; lo dice il presidente della Commissione, José Manuel Barroso.

Con la stessa cifra avremmo potuto comprarci per ben diciassette volte tutto il debito pubblico della Grecia o, se vogliamo, i debiti di Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Irlanda e Grecia messi insieme, senza bisogno di riforme antisociali, e ancora ne avanzerebbero. La crisi greca è stata utilizzata per imporre una più generalizzata riforma del modello sociale europeo, per imporre tagli ai sistemi pensionistici pubblici, per riformare il mercato del lavoro, per ridurre al lumicino il finanziamento dello stato sociale, per aprire ulteriormente i sistemi economici a un modello di competitività mondiale sregolata.

L’unica prospettiva  che l’Unione europea ci propone oggi è quella di condizioni salariali e dei diritti allineate a quelle dei cinesi o dei vietnamiti – non il contrario – complice una globalizzazione dei mercati che spinge verso il basso la redistribuzione della ricchezza. Dobbiamo fare i conti con la nuova realtà economica  del mondo, ci spiegano, mentre – guarda caso – dimenticano di spiegarci che questa è il frutto di scelte politiche ed economiche ben precise, ispirate dalla nuova teologia dell’austerità. La governance è la nostra nuova Bibbia , i regolamenti europei in materia i nuovi Atti degli Apostoli.

Poco importa se l’Unione europea e la zona euro saranno, nel 2012, le uniche regioni del mondo in recessione economica,  a dimostrazione dell’assurdità delle politiche pro-cicliche di Commissione e Consiglio UE.

Non contenti, lo scorso 2 Marzo i leader europei hanno firmato a Bruxelles un nuovo trattato sulla governance rafforzata: con l’imposizione della costituzionalizzazione  del principio del pareggio di bilancio, mettono fuori legge quella di Keynes e altre importanti teorie di politica economica sulla crescita e l’espansione della produzione industriale. A Bruxelles, è pronto anche un secondo pacchetto d’iniziative legislative sulla governance, da perfezionare entro giugno, che insiste sulla strada dell’austerità.

Il modello sociale europeo, caro Draghi, non è morto di morte naturale. L’avete ucciso voi con le vostre politiche: 6100 miliardi di euro per le banche e non una lira per finanziare il rilancio industriale e dell’occupazione in Europa; vorrà ben dire qualche cosa tutto ciò, o come al solito non è colpa di nessuno?

tratto da “Delitto Perfetto” di Stefano Squarcina, pubblicato a pag. 41 di E- il mensile di Aprile 2012

La riunione per il viaggio studio…

Foto "Dublin Castle - Exterior" by faraz_memon - flickr
Foto "Dublin Castle - Exterior" by faraz_memon - flickr

Mia figlia fa l’istituto tecnico per il turismo e come  da POF della scuola, in quarta è previsto il viaggio-studio di due settimane in una località a scelta, dove si parla una delle lingue che i ragazzi studiano a scuola (quest’anno Dublino, Monaco di Baviera, Parigi oppure Granada). Chi non vuole/può partecipare al viaggio studio deve, obbligatoriamente, fare un corso intensivo di due settimane di una lingua a scelta c/o il British Institute, l’Instituto Cervantes, il Goethe-Institut o l’Institut Français (tanto a Firenze ci sono tutti e quattro…). Insomma, queste attività, benché economicamente a carico delle famiglie, fanno parte integrante  del POF e i genitori lo sanno già dal momento dell’iscrizione alla prima classe: anzi gli viene detto addirittura all’Open day in terza media.

L’altro giorno c’è stata la riunione con i genitori per presentare il viaggio studio dei nostri pargoli e ho avuto la sfortuna di parteciparvi…  Non ho molta esperienza in materia ma credo che si avvicinasse molto ad una riunione di condominio.  La platea era divisa in due partiti urlanti:

– I babbi erano il partito dei soldi, per la serie, meno si spende meglio è. Perchè due settimane? Non ne bastava una? (e io aggiungo, perchè non un fine settimana o solo un paio d’ore? Giusto il tempo di un birrozzo a Dublino?) E perchè l’aereo? E perchè prenotare con largo anticipo? E perché quella compagnia aerea? (…e perchè non affittare una catapulta o una megafionda per “sparare” i figli in direzione Granada?) E perchè l’alloggio nelle famiglie? Ma non ci sarebbe un posto più economico? (… ma sotto ai Ponti lungo la Senna ci avete pensato? Fa così bohemienne e si spende poco!)

– Le mamme invece erano il partito dell’amore… Ma il mio bambino come farà da solo in una famiglia straniera? (insomma signora, è in una casa di una famiglia europea, non è in una capanna dei tagliatori di teste del Borneo) E se gli danno il rognone a colazione, e gli spaghetti sconditi per contorno? (stia tranquilla che suo figlio,  gira che ti rigira, un McDonalds per mangiare le solite schifezze che mangia a Firenze lo trova ovunque) Ma quanti calzini deve portare e quanti maglioni? Ma non dovranno mica rifarsi il letto e magari provare anche a fare una lavatrice?  Ma il mio bambino come farà se dovrà  prendere da solo l’autobus o la metro per andare dalla casa della famiglia che lo ospita alla  scuola? (non vi preoccupate care mamme, la scuola doterà tutti i pargoli di sherpa tibetani, autisti, maggiordomi, tate, colf e bodyguard per garantire agli infanti diciottenni il soggiorno più sicuro e tranquillo, logicamente tutto al minor costo possibile)

Dopo un’ora e un quarto di queste storie ho alzato la mia manina ed ho chiesto: “Scusate ma ci spiegate come funziona il corso di lingue? Quanto studieranno i ragazzi? Come sono composte le classi e cosa impareranno? Dovranno fare un esamino? Avranno un attestato?” Attimo di smarrimento: improvvisamente la platea si è accorta che i pargoli andranno all’estero a studiare e che il viaggio studio è un investimento sulla cultura e l’autonomia dei propri figli… Non vi preoccupate: è stato solo un momentino… qualche fugace spiegazione da parte dei prof e subito dopo è ricominciata la caciara sui prezzi…

In compenso alla fine della riunione i babbi che non volevano spendere nulla si sono rimessi i loro Woolrich da centinaia di  euro e sono saliti sui Megasuv, mentre le mamme iperprotettive si sono dimenticate di allacciare le cinture di sicurezza (giusto per non sgualcire gli abiti firmati) e tutti insieme si sono diretti alla prima rosticceria, per portare a casa un pasto sano per i pargoli!

Venti anni di Berlusconi  forse vogliono dire anche questo… che per molti genitori i soldi per l’istruzione e la cultura sono spesi male, mentre quelli per “apparire” sono spesi benissimo!

L’Italia retrocede ancora nella classifica sulla libertà di stampa.

foto Edicolante by carlotardani - flickr
foto "Edicolante" by carlotardani - flickr

Nei giorni scorsi è uscita l’edizione 2009 della Classifica sulla libertà di Stampa redatta, analizzando la situazione di ben 175 paesi, da Reporters sans Frontieres (potete leggerla integralmente cliccando su questo link). Vediamo un po’ di numeri, tanto per capire come siamo messi nel nostro paese:

I primi

I primi paesi per libertà di stampa sono: Danimarca, Finlandia, Irlanda, Norvegia, Svezia.

L’Italia

L’Italia retrocede ancora e si colloca al 49° posto con un calo di ben 14 posizioni in due anni (nel 2007 eravamo al 35° posto e nel 2008 al 44°). Nella classifica ci precedono (e quindi hanno una maggiore libertà di stampa) paesi come la Jamaica (23°), il Ghana (27°),  Trinidad e Tobago (28°), il Mali e  il Costa Rica (entrambi al 30°), la Namibia (35°) e  il Suriname (42°).

Ad essere sinceri la libertà di stampa in Europa Occidentale è in costante declino se pensiamo che vicino all’Italia (49° posto) troviamo altri paesi che perdono diverse posizioni, come la Francia (43°), la Spagna e la Slovacchia (entrambe al 44° posto).

E per il futuro?

Per il futuro non c’è da stare allegri… Se pensiamo che due paesi frequentati molto spesso dal nostro premier sono la Russia di Putin (al 153° posto in classifica) e  la Libia di Gheddafi (al 156° posto) abbiamo ancora ampi margini di peggioramento!