Eskerrik asko!

Foto "Los Arquillos, Vitoria-Gasteiz" by Jacqueline Poggi - Flickr
Foto “Los Arquillos, Vitoria-Gasteiz” by Jacqueline Poggi – Flickr

Da diverso tempo, per motivi personali, non frequento più il mio Gruppo d’Acquisto Solidale ma rimango iscritto alle varie mailing list dei Gruppi d’Acquisto di Firenze perchè sono frequentate da belle persone e ogni tanto passano dei messaggi molto interessanti. L’autore della mail sottostante non lo conosco ma ho apprezzato molto il suo pensiero. Quindi: ricevo e condivido…

Ieri notte a Vitoria un mio amico raccoglieva in strada un simpatico adesivo per terra perché riportava una scritta in basco: Eskerrik asko, che significa Grazie. Gli piaceva l’idea di tenerlo attaccato in camera come promemoria per ricordare l’espressione “Grazie” in basco, difficile da ricordare.

Stamattina in un bar mi soffermo a leggere l’articolo in prima pagina: c’era proprio la foto di quell’adesivo, che era il logo di una manifestazione contro la riapertura della centrale nucleare di Garoña, prov. di Burgos, a soli 40 km da Vitoria. La manifestazione aveva come slogan: Garoña? No, Grazie.

Leggo e capisco la vecchia storia di politica e corruzione, connubio inscindibile:

Il governo locale, in vista delle elezioni, ha avuto la triviale quanto efficace idea di tornare al passato raccogliendo i favoritismi dell’elettorato di destra: ventilando l’idea di firmare la concessione per la riapertura della ormai decommissionata centrale nucleare di Garoña per altri venti anni dalla sua chiusura (40 anni di servizio massimi possibili secondo la legge, 60 anni invece la proroga proposta). Ciò porterebbe la centrale a funzionare rischiosamente fino al 2031.
La popolazione aveva già manifestato in massa sei mesi fa, ma fottendosene ampiamente i politici pochi giorni orsono hanno annunciato in conferenza stampa la decisione come fosse ormai presa. Come ingegnere rimango allibito da tanta stupidaggine: siamo nel secolo delle rinnovabili, la Spagna produce già piu del 40% di energita in rinnovabili. Vitoria è la città del vento.

Il motivo per cui scrivo in questo contesto è la voglia di condividere il seguente pensiero: quanto è simile questa vicenda a quella fiorentina del ritorno al passato con un nuovo inceneritore (dopo che il precedente era ormai stato chiuso per continuativi allarmi per contaminazione da diossine) in contrapposizione totale alla volontà degli abitanti locali che ripetutamente hanno manifestato negli anni la volontà di procedere per altre strade, quelle del recupero ambientale, della deindustrializzazione e della raccolta differenziata.

Penso che il vero problema fiorentino, e vitoriano, e di altre realtà sociali simili in tutto il mondo, non sia la disobbedienza civile, ma piuttosto l’obbedienza civile. Ce n’è troppa.

La gente va convinta che il mondo si cambia a momento giusto, nel posto giusto. Senza lasciar passare l’attimo e senza mancare della vera arma del successo: la comunicazione. Mea culpa: anch’io ho fallito in questo. Mi sono stancato di lottare e di perdere, e mi sono fatto cambiare dal sistema.

Diceva mio nonno: “Mangia bene e allucca quando vene!” (mangia bene e grida forte quando di vogliono far del male). Chi si sta zitto, come chi non pianta i piedi, perde.

Saluti e salute a tod@s
Emmanuele Cammarano

Riflessioni post referendum…

Foto "Il Quorum siamo noi!" by ateneinrivolta - flickr
Foto "Il Quorum siamo noi!" by ateneinrivolta - flickr

Sono due giorni che vorrei scrivere qualcosa sulla vittoria dei referendum: la gioia, le emozioni, la soddisfazione, etc… In realtà sono due giorni che ho la nausea per tutto quello che viene scritto/detto sui grandi media nazionali: gente senza ritegno che fino a poche settimane fa nascondeva le tematiche dei referendum e osteggiava in tutti i modi i comitati e  che oggi invece pontifica, spiega, fa analisi come quelle vecchie zie che, smentite dalla storia,  ti dicono insistentemente “l’avevo detto io!”. E poi quei partiti di sinistra che hanno sempre denigrato e lottato contro i comitati, che anche a Firenze hanno fatto politiche feroci di privatizzazione dell’acqua e che ora invece vorrebbero appropriarsi di una vittoria popolare per metterci sopra il cappellino con la loro sigla… (vero Pd?).

Nauseato da tanta schifezza avevo pensato di non scrivere niente poi mi è venuta in aiuto la mail di  un amico conosciuto attraverso i Gruppi d’Acquisto Solidale Fiorentini: Luciano Cennini grande  attivista fiorentino che da tanto tempo si batte non solo per l’acqua pubblica ma anche per il microcredito, il terzo mondo, la legalità, etc… Leggetela, sintetizza in modo esemplare tutto quello che avrei voluto dire io! Con questo chiudo le tematiche dei referendum… da domani si torna alle consuete tematiche del blog!

2 SÌ AI REFERENDUM PER L’ACQUA PUBBLICA: LA VITTORIA DELLA GENTE!

Scrivo queste mie riflessioni dopo la grande vittoria sui referendum per l’acqua pubblica, non dimenticando però gli altri due referendum, cioè quello contro le centrali nucleari e contro il legittimo impedimento:

Gli italiani hanno a cuore la tutela dei beni comuni. Anche se in verità siamo i primi ad essere responsabili di grandi sperperi. Quanto dura una doccia? Quante volte si usa l’acqua per fini futili?

Si, sarò critico anche se sono felice per questa, nostra tutta, vittoria. Probabilmente incrementerà il senso del rispetto del bene comune. Il senso di rispetto per l’ambiente. Il senso di rispetto per la nostra vita. Se così non fosse allora vuol dire che non abbiamo veramente a cuore la tutela dell’acqua o dell’ambiente. Il Viminale ha certificato che ai referendum popolari del 12 e 13 giugno ha votato il 57% degli aventi diritto. E’ stato raggiunto il quorum per tutti i quesiti con percentuali elevatissime, nette, per il Sì.

I 4 Sì per la difesa dei beni comuni. Ma, questa vittoria non è certamente la vittoria di quasi tutti quei partiti che ora chiedono le dimissioni dell’attuale governo.

E che si mostrano oggi come gli assoluti vincitori, dimenticandosi che i movimenti per l’acqua pubblica hanno iniziato un duro lavoro di informazione, di raccolta firme: (1.400.000 risultato mai raggiunto da nessun referendum). Iniziammo tre anni fa, con una raccolta firme per una legge d’iniziativa popolare. Un impegno costante, ci siamo autotassati, abbiamo organizzato cene, concerti, volantinaggi porta a porta, ma alla fine abbiamo vinto quasi esclusivamente con le nostre forze.

Era un referendum per la difesa dei beni comuni. Sia destra che sinistra da oggi dovranno riflettere. Perché non dimentichiamoci che le prime privatizzazioni selvagge in questo paese non le ha certamente lanciate la destra, ma la sinistra! Draghi e Ronchi non vi ricordano nulla? Gli interessi economici che ruotano intorno ai beni comuni sono imponenti.

Non hanno colore politico. Tanto che sia l’attuale destra di governo che la futura sinistra di governo sono avvisate. Non toccate i beni comuni. E specialmente, non strumentalizzate questo voto. Anzi, cogliamo l’attimo, per chiedere, anzi pretendere una estensione del referendum per le materie più importanti che riguardano la vita comune del paese. Pretendiamo più democrazia diretta. Basta con la democrazia rappresentativa, che ha creato questo sistema di oligarchia!

Eliminiamo la logica del quorum, informatizziamo il referendum, affinché vi possa essere una consultazione popolare frequente e che non sia dispendiosa per le casse dello Stato, ma soprattutto basta con la nomina dei parlamentari a cura esclusiva delle segreterie dei partiti!

Saluti a Tutti Luciano

tratta da una mail inviata da Luciano Cennini alla rete dei Gruppi d’Acquisto Fiorentini

Senza Parole… (1/2)

Ssssshhhh….! Siamo in silenzio elettorale… E allora parlino le foto!

Foto "4.24 エネルギーシフトパレードin渋谷/Energy Shift Parade in Shibuya" by SandoCap  - flickr
Foto "4.24 エネルギーシフトパレードin渋谷/Energy Shift Parade in Shibuya" by SandoCap - flickr

A Firenze due feste di chiusura della campagna referendaria (e alla fine del post un po’ di musica…)

 foto "Adesivo ALTAN per la campagna referendaria" by "Referendum Acqua 2011 - Foto"  - flickr
foto "Adesivo ALTAN per la campagna referendaria" by "Referendum Acqua 2011 - Foto" - flickr

Scusate se continuo imperterrito a massacrarvi con i referendum di Domenica e Lunedì prossimi ma credo che raggiungere il quorum sia importantissimo e perciò vi tedierò ancora per un po’… Abbiate pazienza! Da Lunedì prossimo si torna ai classici temi del blog!

Oggi fornisco ai fiorentini le date e gli appuntamenti delle feste di chiusura dei comitati referendari e per tutti gli altri metto, alla fine del post, 4 interessantissimi e divertentissimi video musicali dedicati ai referendum!!!!

FESTA REGIONALE TOSCANA DI CHIUSURA DELLA CAMPAGNA REFERENDARIA DEL COMITATO “L’ACQUA NON SI VENDE: 2 SI’ PER L’ACQUA BENE COMUNE”

Stasera, Giovedì 9 Giugno,  in Piazza Santa Maria Novella a Firenze dalle ore 20.00

Artisti e musica per l’Acqua Bene Comune

presenta Daniela Morozzi con la partecipazione di Sergio Staino

Interventi musicali di:

Interverranno inoltre: Simona Fabiani (CGIL Toscana Ambiente), Giuseppe Minigrilli (Federconsumatori Toscana), Corrado Oddi (Forum Italiano Movimenti per l’Acqua), Tommaso Fattori (Forum Italiano Movimenti per l’Acqua), Emilio Molinari (Presidente del Comitato Italiano del Contratto Mondiale dell’Acqua), Vincenzo Striano (Presidente Arci Toscana).

FESTA DEL COMITATO REGIONALE TOSCANO PER IL RAGGIUNGIMENTO DEL QUORUM AL REFERENDUM DEL 12 E 13 GIUGNO 2011

Domani Venerdì 10 Giugno 2011 Largo Annigoni – area ‘Las Palmas’, nei pressi del Mercato di Sant’Ambrogio (Firenze) dalle ore 18.00 alle 24.00

GRAZIE DI QUORUM

intrattenimento e musica con:

  • animazione per bambini a partire dalle ore 18, con Martina Bencistà, detta “LAMARTI”
  • incursioni con spot canori del coro le “Musiquorum
  • interpretazione teatrali in tema referendario di Saverio Tommasi
  • Mario Cavallero, che condurrà tutti all’interno del ‘Paese che siamo e che vogliamo’, improvvisazione in mezzo ai cittadini.
  • momento di riflessione con le “Persone Libro e la cellula fiorentina delle persone libro”, Associazione Nazionale Donne di Carta, per il recupero dell’oralità attraverso la recitazione a memoria di testi classici e di letteratura contemporanea”
  • performance musicale dei “Martinicca Boison
  • concerto di Francesco Graziani;

informazione con:

  • Derek Jones, primo ricercatore CNR,  esperto di problematiche nucleari e coordinatore di Libertà e Giustizia del circolo di Bologna, sulle problematiche nucleari.
  • Gian Franco Cartei , ordinario di diritto amministrativo alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze, sull’importanza del referendum per la Costituzione e per la storia del nostro Paese
  • Rappresentanti dei comitati: Roberto Spini, “Comitato 2 SI per l’acqua bene comune”, Marco Sodi, “Comitato vota SI per fermare il nucleare”, Cinzia Niccolai, “Comitato contro il legittimo impedimento”, Ubaldo Nannucci, Ornella De Zordo, Paolo Solimeno, “Comitato regionale toscano per il raggiungimento del quorum”.
  • Coordina la parte informativa Massimo Tarducci

Musica e satira per il referendum…

E ora godetevi un po’ questi video musicali…. casomai non aveste ancora capito come votare…

Requiem di una fontanella: un brano bellissimo e creativo sul referendum sull’acqua.

I pazzi siete voi: energia musicale contro il nucleare (artisti per Greenpeace)

La sora Cesira: Vote (bellissimo e divertentissimo)

Votiamo tutti  SI: la satira per farsi due risate sul referendum (Merighi – Troja)

Ai referendum si vota anche per il nucleare…

foto "Berlusconi Radioattivo" by hidden side - flickr
foto "Berlusconi Radioattivo" by hidden side - flickr

Ieri la Corte di Cassazione ha deciso che, nonostante i decreti del Governo volti ad affossare il referendum sul nucleare,  voteremo anche sulle centrali atomiche (qui la notizia sul sito di Rainews24), per cui il prossimo 12 e 13 Giugno dovremo tutti impegnarci per portare alle urne amici, parenti e conoscenti per raggiungere il quorum del 50% + 1 italiano e far passare i quattro referendum che decideranno il futuro nostro e dei nostri figli. Quindi prepariamoci per questi 4 SI: due per l’acqua pubblica, uno per fermare il nucleare e l’ultimo contro il legittimo impedimento.

Proprio sul tema del nucleare voglio postarvi un articolo apparso sul numero di Maggio di “E” il mensile di Emergency del quale è appena arrivata in edicola la copia del mese di Giugno (per rispetto ho atteso che il numero di Maggio fosse già ritirato dalle edicole). L’articolo fa parte di un nutrito dossier sul nucleare e magari nei prossimi giorni vi posto qualcos’altro….

Un’energia troppo perfetta di Luca Carra.

L’energia nucleare sarebbe perfetta. Produce poca anidride carbonica e un sacco di energia. Ma quel “sarebbe” pesa come un macigno. L’idea di costruire centrali alimentate a combustibile nucleare è nata per gli stessi motivi che hanno indotto, prima gli Stati Uniti e – via via – altri Paesi a creare la bomba atomica. Basta infatti pochissimo materiale fissile per sviluppare quantità enormi di energia. Senza freni, una massa critica di uranio produce un’esplosione devastante. Se invece viene “moderata” con acqua, grafite o altri mezzi, la reazione a catena produce una manna energetica. Un solo chilogrammo di Uranio 235 o Plutonio 239 sviluppa l’energia di duemila tonnellate di petrolio. Peccato che questa straordinaria potenza energetica sia anche alla base di alcuni problemi. Se qualcosa va storto, infatti, quella stessa potenza si riversa nell’ambiente sottoforma di radiazioni.

Come ci si sta accorgendo con la centrale giapponese di Fukushima Daiichi, tenere a bada i noccioli nucleari e lo stesso combustibile esausto non è affatto semplice. Lo ha ricordato  sul Bullettin of Atomic Scientist il fisico della Princeton University, Robert Socolow:  «Dobbiamo far capire il concetto di after heat, vale a dire la generazione di calore da frammenti di fissione che durerà per settimane e mesi, e che deve essere continuamente rimosso. Non è facile comunicare questo concetto alla gente, per la quale qualsiasi incendio può essere domato in poco tempo. Per il nucleare purtroppo non è così».

Quando il vaso di Pandora si apre è difficile richiuderlo. Il nucleare è questo “vaso”. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha sempre assicurato che il vaso non si apre quasi mai. Anzi, se tutto viene messo in opera, mantenuto  e gestito in modo ottimale, il rischio è prossimo allo zero. Purtroppo la perfezione tecnica e quella degli operatori umani non è di questa terra. Nemmeno in Giappone, dove la fantasia degli ingegneri non si è spinta a prendere in considerazione uno tsunami capace di spazzar via  i generatori ausiliari, posti al livello del mare. Figuriamoci in Italia. La storia del nucleare civile insegna che ogni 10-20 anni il vaso si riapre. Prima Three Miles Island (1979), poi Chernobyl (1986), ora Fukushima. E domani? L’Italia non ha centrali, ma confina con  tredici impianti in Francia, Svizzera, Germania e Slovenia a meno di 200 km dai confini. Sicuramente l’incidente giapponese porterà a un giro di vite sui controlli  e sistemi di sicurezza, facendo peraltro ulteriormente salire i costi già elevatissimi del nucleare. Per tacere del guazzabuglio delle scorie, attive per migliaia di anni e che nessuno sa dove mettere.

Il nucleare converrà ancora? La Germania, e ora anche la Francia cominciano a dubitarne. Sigillare per benino il vaso è una cosa così complicata da limitare anche i futuri sviluppi di questa fonte, tanto che difficilmente potrà spingersi sopra il 15 per cento del totale dell’elettricità prodotta nel mondo. Se dagli incidenti maggiori passiamo a considerare i guasti minori, scopriamo che le centrali  anche nei paesi tecnologicamente più avanzati necessitano di continui e costosi  controlli e di una  organizzazione del territorio di tipo paramilitare. Ma non basta mai. Pensiamo alla Francia, dove solo nel Luglio del 2008 si sono verificati quattro incidenti ad impianti nucleari (tre al sito del Tricastin, uno a Roman-sur -Isère) che hanno comportato il rilascio di sostanze radioattive nell’ambiente  o contaminazioni per malfunzionamenti e negligenze umane.

E per il futuro? Così conclude un autorevole  rapporto del MIT di Boston “Non abbiamo trovato e, sulla base delle nostre conoscenze  attuali, non crediamo che sia realistico aspettarci che vi siano nuovi reattori e nuove tecnologie sul ciclo del combustibile in grado di risolvere contemporaneamente i problemi dei costi, della sicurezza, dei rifuti e della proliferazione degli armamenti”.

Ne vale la pena?

Tratto dall’articolo “Un’energia troppo perfetta” di Luca Carra pubblicato a pag.52 di “E” il mensile di Emergency di Maggio 2011

foto "4 SI per dire NO!" by Jekyll283 - flickr
foto "4 SI per dire NO!" by Jekyll283 - flickr

Artisti a favore dei referedum per l’acqua bene comune…

Come ho già scritto alcuni giorni fa, in questo periodo sono piuttosto impegnato e la sera, quando torno a casa, la voglia e il tempo per rimettersi al computer sono veramente scarsi. In attesa di post più sostanziosi vi lascio con un po’ di video a favore dei due referendum contro la privatizzazione dell’acqua. Se posso nei prossimi giorni pubblico anche qualcosa sul nucleare che il governo proprio oggi sta tentando di affossare. Se vi capita,  leggete il numero in edicola del mensile di Emergency (maggio 2011): c’è un bel dossier sul Nucleare!

Mi raccomando passate parola: 4 Si il 12 e 13 Giugno!

Elio

Pietro Sermonti (1)

Pietro Sermonti (2)

Maurizio Crozza (da Ballarò)

Roberto Vecchioni

Dario Vergassola

Valerio Mastrandrea in uno degli spot ufficiali del Comitato Promotore.

Se il comandamento più grande… passa da Fukushima.

fukushima damage left, unit 3, right, unit 4
foto "fukushima damage left, unit 3, right, unit 4" by daveeza - flickr

“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” (Gv. 15, 13).  Secondo il Vangelo di Giovanni il comandamento più grande di tutti sarebbe proprio questo: donare gratuitamente la propria vita per salvare le vite degli altri. Questa frase mi è venuta in mente pensando a quei 180 volontari che, a turni di 50 per volta, stanno lavorando nella centrale nucleare di Fukushima per ridurre i rischi radioattivi ed evitare il peggioramento di una situazione già molto drammatica e preoccupante.

Mentre migliaia di persone scappano dalla zona, mentre l’imperatore esprime “grande tristezza” (link), mentre le istituzioni e la La Tepco ammettono  di aver omesso alcune verifiche alla centrale nucleare di Fukushima (link), 180 anonimi lavoratori e pensionati giapponesi si sottopongono a forti radiazioni per salvare una nazione e il mondo intero.

L’unica cosa che sappiamo di loro è che molti sono prossimi alla pensione e che sperano che i tumori che li colpiranno arrivino quando saranno molto anziani, perchè il loro eroismo non è  quello di chi  muore all’improvviso per un colpo di pistola, ma quello di chi dovrà soffrire molto e a lungo a causa di uno o più cancri che sicuramente li colpiranno negli anni a venire.

Quando leggiamo che a Fukushima qualcuno cerca di  gettare acqua su quei reattori o di far ripartire l’energia elettrica, dobbiamo ricordare i 180 volontari che stanno  dietro a  queste operazioni che, nell’immensa tragedia del popolo giapponese, a volte ci  sembrano assurde come svuotare il mare con un cucchiaino. Forse non conosceremo mai i loro nomi e i loro volti,  non sapremo niente della loro vita e delle  loro famiglie ma dobbiamo  pregare per loro e considerarli come veri eroi (molto più di chi in Libia, anche in queste ore, sparge bombe in nome della democrazia).

In certe situazioni bisognerebbe trovarsici, ma temo che come cittadino non sarei stato altrettanto coraggioso e perciò mi sento in dovere di ringraziare questi volontari e di fare in modo che questi fatti non succedano più. Sarà anche in ricordo di queste persone che il prossimo 12 Giugno voterò SI al Referendum contro il Nucleare.

Ganbare Nihon! Forza Giappone!

Forza Giappone!

A Firenze il Giappone coincide con Lailac, l’associazione culturale italo giapponese che dal 1999 promuove in tutta Italia le tradizioni, la cultura e lo stile di vita giapponese. Se ho scoperto molte di queste tradizioni lo devo, oltre che all’amore che mia figlia ha per tutto quello che viene dal Giappone, a tutte le iniziative che la Lailac ha fatto in questi anni in Toscana:  dal Festival Giapponese di Firenze alle varie partecipazioni a Lucca Comics e a molte fiere che si tengono un po’ in tutta la regione.

Dopo il disastroso terremoto, lo tsunami e la catastrofe nucleare che si sta delineando, è stato naturale per me andare a cercare notizie di prima mano sul sito della Lailac e sulla pagina di Facebook della stessa associazione. Vi voglio perciò postare tutto il messaggio che Erii Nakajima ha messo sul Forum dell’Associazione Lailac e di seguito, le modalità per aiutare il Giappone.

Come già tutti voi sapranno il venerdì 11 marzo 2011 il Giappone è stato colpito da una serie di terremoti che hanno interessato tutta l’area nord del paese e nelle ore seguenti altissimi tsunami hanno devastato le aree costiere di tutta la parte nord orientale. Adesso, quando le scosse sembrano allentare la presa e le acque si sono ritirate per offrire occasione ai soccorritori di avvicinarsi alle aree devastate arriva il terrore nucleare. Proprio lungo quelle coste colpite sia dai terremoti che dagli tsunami ci sono tante centrali nucleari e adesso una in particolare è in una fase molto critica e l’emergenza si sta allargando di giorno in giorno.

Le immagini e le notizie che telegiornali e giornali riportano sono strazianti, colpiscono il cuore di tutto il mondo e il dolore è condiviso veramente da tutti e di questo siamo profondamente grati, perchè la comprensione e l’affetto sono un immenso conforto per chi soffre.

Allo stesso tempo ci colpisce profondamente quanto i giapponesi stessi stiano riscoprendo l’orgoglio e la forza del proprio paese. Tutti cercano di incoraggiarsi a vicenda e di non arrendersi davanti a una tragedia di queste dimensioni. Ognuno, nel suo piccolo, fa tutto il possibile per rendersi utile e ognuno con i propri gesti offre conforto, affetto e soprattutto tocca nel profondo i cuori dei giapponesi che spesso non trovavano nessun motivo di essere fieri del proprio popolo e del proprio paese.

Adesso le cose stanno cambiando, una tragedia così grande è riuscita a unire un popolo che fino a pochi giorni fa sembrava aver perso la stima in se stesso.

Qui voglio riportare le parole commosse e finalmente fiere di giapponesi colpiti direttamente da questo immenso evento.

GANBARE NIHON! = FORZA GIAPPONE!
UN BLOG DI GIAPPONESI PER DARE FORZA AI GIAPPONESI

Dal blog http://blog.15jam.com/?eid=1075171 i giapponesi vogliono farsi coraggio tra loro, far capire che non è finita e che grazie al gesto di tutti i cittadini stanno dimostrando di avere “qualcosa di buono”, noi di Lailac abbiamo selezionato alcune delle tantissime voci citate:

I love you Sia la CNN che la BCC hanno detto ai telegiornali che il terremoto ha colpito il paese più preparato a questo tipo di calamità. Non esistono altri paesi pronti a questo e grazie al loro carattere dettato dalla propria cultura e tradizione, i giapponesi riescono a sopprimere i loro sentimenti primari per unirsi in un popolo forte.
Quando ho letto questo mi sono sentito fiero di essere giapponese.

I love you A Disney Land i negozi distribuivano caramelle e dolci dopo il terremoto ed ho visto delle ragazzine giovanissime vestite alla maniera di ora arraffare tanti sacchetti e li per li mi sono turbata della loro ingordigia ma poi le ho viste portare queste caramelle ai bambini sfollati e mi hanno commosso.

I love you Al semaforo verde, c’è talmente tanto traffico che passa solo una macchina ad ogni scatto di verde, ma non ho visto nessuno arrabbiarsi e tutti facevano passare gli altri. Tutti gli incroci erano intasati, ma in 9 ore passate nel traffico ho sentito solo i clacson suonare dolcemente per ringraziare. Mi sono sentito fiero di essere giapponese.

I love you Mio figlio di 2 anni si è messo le scarpe per uscire mentre ancora la terra tremava. Gli ho chiesto “Dove vai?” E lui mi ha risposto: “A fermare questo terremoto”
In un corpo così piccolo c’è già tanto coraggio e un gran senso della giustizia ed io ho ricevuto da lui tanta forza e voglio darla anche a tutti voi. Ganbarimasho (= facciamoci forza!)

I love you Un terremoto così grande ha colpito il nostro paese ma per fortuna il paese e il popolo è preparato. Tutti hanno camminato ordinatamente per le strade, gli sfollati, chi doveva tornare a casa non ha perso la calma e hanno camminato fianco a fianco. I negozi per la strada invitavano le persone a usare i propri bagni e la gente comune invitava gli sfollati a riposare da loro. Sono fiera dei miei compaesani.

I love you Il Palazzo Imperiale ha aperto le sue porte per accogliere gli sfollati. Mi viene da piangere. Sopravviviamo e gambero (= forza)!

I love you Con questo terremoto ho l’impressione di essere riuscita a rivalutare il popolo giapponese. La disciplina, l’ordine, la gentilezza e la mancanza di gesti di sciacallaggine mi hanno fatto aprire gli occhi e riscoprire che anche noi giapponesi abbiamo qualcosa di buono. Sono profondamente commossa e sto piangendo.

I love you Il Giappone ha superato tante difficoltà, la guerra, la bomba atomica, tutti i terremoti e i tifoni… i nostri antenati hanno superato tante immense difficoltà. Ci andrà bene anche a noi. Daijoubu (andrà tutto bene).

I love you In Giappone il popolo è stato istruito ad aprire le porte durante i terremoti (è una forma di sicurezza perché se le case o gli edifici crollano le porte non si aprono più).
Cascavano i lampadari e crollavano i vetri, ma un uomo si è avvicinato trascinandosi carponi all’ingresso per spalancarlo per tutti quelli che erano dentro. Quando ho visto questo mi sono commosso profondamente.

I love you Un anziano, tra i tanti sfollati, si è lasciato sfuggire le parole: “che ci succederà…” ma un ragazzo delle superiori che era accanto a lui gli ha accarezzato la schiena e ha detto: “Non preoccuparti, quando sarò grande rimetterò tutto a posto”.

I love you Un mio amico tedesco durante il terremoto si trovava a Shibuya, era spaventato ma un giapponese lo ha aiutato e intorno a lui ha visto negozianti e civili fare quello che dovevano fare in caso di terremoto, senza panico. Gli è sembrato di vedere dei militari.

I love you Nei binari aspettavamo i treni che però non arrivavano ed alcuni senza tetto si sono avvicinati a noi per offrirci i loro cartoni dicendoci: “vi farà freddo”.
E noi che li abbiamo sempre guardati di sbieco…

I love you La Cina ci ha lodato dicendo: Il Giappone è stato colpito da un’enorme tragedia ma adesso stanno dimostrando quanto il popolo sia forte e preparato e questo è solo merito dell’educazione che da generazioni i giapponesi hanno tramandato. In Cina non basterebbero neanche 50 anni per arrivare a questo.

I love you Uscita dall’università sono dovuto tornare a casa a piedi, sono passato vicino ad un negozio che a quell’ora sarebbe dovuto essere già chiuso ma ho visto la signora del negozio fuori dalla porta che distribuiva il pane gratuitamente. Ognuno compie piccoli gesti e cerca qualcosa di utile da poter fare per gli altri. Diciamo sempre che la gente di Tokyo è fredda ma mi sono ricreduto.

I love you Ho parlato con i tassisti, i ferrovieri, le signore per la strada e tutti abitavano lontano e avevano ancora tanta strada da fare per tornare a casa e nonostante la confusione, il caos, la stanchezza nessuno ha mancato di essere gentile, educato e dicevano “tper tutti è dura” e mi sono reso conto che “tutti” hanno una coscienza ed io mi sento di voler tramandare questa eredità culturale.

I love you Un ragazzino mio vicino di 15 anni dopo il terremoto ha preso al volo la bicicletta per fare il giro di tutto il quartiere e affacciarsi uno ad uno a controllare le case. A quell’ora c’eravamo solo noi anziani e casalinghe e vedere un giovane interessato e preoccupato a noi mi ha scaldato il cuore. Grazie.

I love you Io mi sono commosso quando ho visto un cartello attaccato su di un motorino che diceva: “se vi va bene il motorino io vi do un passaggio” Oggi giorno pensavo fosse tutto perduto ma invece c’è speranza! Provo gran rispetto e anche io per la prima volta ho pensato di voler essere utile agli altri.

I love you Alle 9 di sera stavo camminando per tornare a casa. Ho trovato un ufficio aperto e con i suoi impiegati dentro che invece di tornarsene a casa sono rimasti li per lasciare aperto l’ufficio e chiamavano tutti i passanti per invitarli ad entrare, riposare e usare il bagno. Mi è venuto da piangere ma non sono riuscito a farlo lì. Ma lo sto facendo adesso. Grazie.

I love you Nel giornale inglese ho visto in copertina la bandiera giapponese e una grande scritta Don’t give up, Japan.Dont’t give up Tohoku

I love you All’addetto alla metropolitana che ha lavorato tutta la notte correndo su e giù ho detto: “E’ dura per te!” e lui mi ha risposto con un sorriso e semplicità: “in momenti così…” Parole da non buttar via! Mi ha commosso!

I love you Tutti abbiamo sempre detto che nelle grandi città la gente è fredda e indifferente, ma dopo questa tragedia ho potuto sentire il calore di tutti e ho scoperto che i giapponesi, nel momento del bisogno sanno essere profondamente solidali.

I love you Ho camminato tantissime ore per tonnare a casa ma per la strada ho visto tantissimi negozi, un sacco di uffici aperti nonostante l’orario, per offrire riposo e le toilette a tutti i passanti. Anche il Giappone non è un paese da buttare!

I love you Le stazioni, le piattaforme erano affollatissime, ma la gente era in coda ordinata, senza bisogno di corde o divisori. La gente camminava educatamente e lasciava passare gli altri. Sono giapponese ma vedere questa perfetta organizzazione mi ha profondamente commosso e colpito.

I love you (In Giappone all’inizio del lavoro tutte le mattine il superiore apre la giornata con un discorso) Il discorro di stamani è stato: “Qualsiasi cosa succeda, non mostrate inquietudine nei volti. Se siete in negozio non dimenticate il sentimento di voler offrire accoglienza e gentilezza e cercate di confortare le persone che entreranno in negozio”. Ascoltarlo dire queste cose mi ha commosso. Mi darò da fare! Apriamo!

I love you Il Giappone è stupendo. Vedo cittadini comuni, dirigenti, camionisti, gente dello yakuza che si sta dando da fare per aiutare tutti gli altri, in un modo o nell’altro. Io non ero orgoglioso di essere giapponese ma adesso grazie a quanto sta succedendo mi sento fiero. Grazie Giappone. Gambarimasho (facciamoci forza)!

p.s.: la traduzione è stata frettolosa… scusate gli errori!

tratto dal messaggio postato da Erii Nakajima sul forum della Lailac

La Lailac si sta muovendo per fare una raccolta fondi per aiutare il Giappone. Essendo essenzialmente un’associazione culturale credo che sia la prima volta che si occupa di una cosa del genere e col caos che regna in Giappone forse è ancora difficile capire dove indirizzare gli aiuti. In ogni caso, pur non conoscendo bene l’associazione  mi sembrano onesti e meritevoli e perciò vi segnalo  il messaggio apparso sul Forum della Lailac.

In questi giorni abbiamo ricevuto tanti, tantissimi messaggi, telefonate e visite da tutti voi amici, soci e conoscenti. Vogliamo dirvi grazie, da parte nostra e da parte di tutti i giapponesi. Le vostre preghiere ci sono di immenso conforto in un momento difficile come questo. La vostra stima ci da coraggio e forza.

RACCOLTA FONDI DI LAILAC
Molti di voi ci hanno chiesto informazioni per una raccolta fondi.
Ci siamo informati tramite i nostri amici e contatti in Giappone ed per il momento la situazione è molto caotica e tante associazioni stanno già intervenendo.
I soldi serviranno anche tra qualche giorno, perciò abbiamo deciso di organizzare una raccolta fondi e inviare poi direttamente alle città più colpite il denaro, senza farlo passare da organizzazioni che per spese di gestione ecc… trattengono parte del ricavato.
Da oggi raccoglieremo i fondi di tutti coloro che vorranno partecipare, anche noi di Lailac invieremo i pochi fondi della nostra associazione e le donazioni di tutti noi volontari per poi portare o inviare direttamente a una delle città più devastate quanto raccolto.

Se siete d’accordo vorremmo elencare le donazioni volta volta ricevute con importo e nome per rende la cosa trasparente e poi pubblicare l’invio e tutto il resto.

Se volete partecipare ricordate di citare sempre nella causale “FORZA GIAPPONE!” e il nominativo per la lista:

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tratto dal messaggio postato da Erii Nakajima sul forum della Lailac

 

Gli USA avrebbero lanciato una (piccola) bomba atomica in Iraq nel 1991

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Questa sera alle ore 20.00 verrà trasmesso, sul canale Rainews24, un reportage curato dal giornalista Maurizio Torrealta in cui Jim Brown, ingegnere meccanico ed ex-veterano della Guerra del Golfo del 1991, accusa il governo degli Stati Uniti di aver bombardato il 27 Febbraio 1991 un’area compresa fra la città di Bassora e il confine con l’Iran con una bomba atomica da 5 chilotoni, causando un sisma di magnitudo 4.2 della scala Richter (registrato da 9 centri sismologici).

Si tratterebbe della terza bomba nucleare lanciata dagli USA, dopo le due di Hiroshima (16 Chilotoni) e Nagasaki (22 chilotoni). Una bomba piccola ma che secondo il Dott. Jawad Al Ali, responsabile del reparto di oncologia dell’ospedale di Bassora, aggiunta all’uso di proiettili all’uranio impoverito, avrebbe aumentato notevolmente i decessi per tumore nella zona colpita dal presunto ordigno nucleare. Jim Brown ipotizza inoltre che una bomba simile possa essere stata lanciata anche in Afghanistan nel 2002.

Rainews24 ha fatto un appello a tutte le testate giornalistiche mondiali perché collaborino alla verifica di queste notizie.

Link in merito:

*** foto “Highway of Death Kuwait – Basra 26 February 1991” by “samdaq (AT) hotmail” flickr