Grazie fratelli e concittadini italiani!

Lascio le analisi sul risultato del referendum ai giornaloni e ai “soliti” commentatori televisivi. Quest’armata Brancaleone di Renzi e di tutti coloro che sono saliti sul suo carro, non si meritano nemmeno la pressione delle dita sulla tastiera del computer. Dita che invece schiacciano per dire e dirci grazie a vicenda per una giornata di resistenza che ha salvato la Costituzione e la democrazia! Grazie fratelli e concittadini italiani!

Ogni altro commento è superfluo… oggi si deve festeggiare! E allora musica!!!

 

…E da domani si ripartirà a lottare per lasciare un mondo migliore ai nostri figli!

Quindi io….

Foto
Foto “NO” by Grant Hutchinson – flickr

Sono un lavoratore dipendente, marito di una lavoratrice dipendente. I nostri stipendi perdono potere d’acquisto un anno dopo l’altro e con le trattenute in busta non possiamo evadere le tasse, come fanno i cosiddetti imprenditori: piccoli, medi o grandi come le multinazionali. E la pensione sarà sempre più un miraggio. Abbiamo una figlia universitaria che paga un sacco di tasse per una scuola pubblica sempre più scadente. Fra qualche anno entrerà nella schiera dei giovani disoccupati, dei precari, dei voucher… di un lavoro senza più quei diritti per cui avevano combattuto i suoi nonni. E siamo anche figli di quei nonni con le pensioni da miseria che quando prenotano una visita all’ASL si sentono rispondere di ripassare fra 6 mesi o un anno. E infine vediamo chi sta peggio di noi, come i migranti che fuggono dalle guerre e dalle violenze e vengono trattati come la causa di tutti i nostri mali, mentre sono solo altre vittime più disperate di noi.

A noi, che per 364 giorni l’anno non contiamo un bel niente, il governo scrive e promette mari e monti per andare il 4 Dicembre a mettere una croce su quel “SI”. Allora io sono andato a vedere chi è a favore di quel “SI” e mi sono fatto qualche domanda…

  • JP Morgan e le agenzie di rating, quelle che con la speculazione finanziaria hanno portato la Grecia alla fame e alla miseria chiedono di votare “SI”… Quindi io voterò “NO”.
  • I padroni della Confindustria, quelli che da vent’anni chiedono (e ottengono) di diminuire i diritti dei lavoratori, la loro precarizzazione e il blocco dei salari chiedono di votare “SI”… Quindi io voterò “NO”.
  • Marchionne, un canadese domiciliato in Svizzera, che dopo aver avuto miliardi di finanziamenti statali, ha trasferito le sedi legali di Fiat all’estero per non pagare le tasse in Italia e che fa di tutto per ridurre i diritti degli operai (chiedere a Termini Imerese e Pomigliano d’Arco) chiede di votare “SI”… Quindi io voterò “NO”.
  • La troika europea e la BCE, che spendono miliardi di Euro per salvare le banche ma non muovono un dito per salvare i migranti e i poveri europei come in Grecia, chiedono di votare “SI”… Quindi io voterò “NO”.
  • L’ambasciata USA, un paese guerrafondaio che esporta in tutto il Medioriente e in Africa la democrazia a suon di bombe, creando come conseguenza terroristi e profughi, chiede di votare “SI”… Quindi io voterò “NO”.
  • Infine perfino Briatore, quello che vorrebbe fare della Puglia un mega Billionaire per soli ricchi, a Matrix chiede di votare “SI” perchè così finalmente si potranno privatizzare scuole e ospedali… Quindi io voterò “NO”.

Insomma ci avete fatto caso? Tutti le lobby di potere che ci hanno portato nella situazione drammatica in cui si trova oggi l’Italia e che manovrano i politici al  governo come dei burattini, ci chiedono di votare “SI”.

E non vi viene voglia, almeno in questa occasione, di mandare un bel segnale a tutti quanti?

Infine un’ultima perla: leggo in questo post su Altraeconomia che la casa editrice Tramontana, editore di libri scolastici ben conosciuto da chi ha studiato diritto ed economia, ha già pubblicato nel libro per le superiori “101 lezioni di diritto ed economia”, scritto da Carlo Aime e Maria Grazia Pastorino, un capitolo di 8 pagine dedicato alla Riforma Costituzionale come se fosse già diventata legge. Non solo il libro ignora del tutto il referendum, ma perfino alcune modifiche fatte alla legge Costituzionale ad Aprile 2016 e soprattutto racconta cose ancora tutte da legiferare come i criteri per selezionare i 74 consiglieri regionali che, se passasse la riforma, dovrebbero diventare senatori.

E non vi viene voglia, quelle 8 pagine, di mandarle al macero insieme a chi ha voluto questa riforma?

♦♦♦♦♦

P.S. Se il parere di un piccolo e inutile informatico come il sottoscritto non vi convince vorrei segnalarvi due post molto curiosi sul No al referendum apparsi sul sito de “Il fatto quotidiano”. Il primo è di Fabio Scacciavillani, Chief Economist del Fondo d’investimenti dell’Oman: vi aspettereste che trattasse di Economia e invece tratta di Storia, raccontando come riforme simili a quella a cui siamo chiamati a votare,  portarono dritte alla Prima Guerra Mondiale e successivamente alla dittatura fascista. Il secondo è di Marco Politi e con molto buonsenso racconta dieci motivi per votare NO. Dov’è la stranezza? Che Marco Politi è da oltre 40 anni uno dei maggiori vaticanisti al mondo. Quindi, se uno che di solito si occupa di Dio, Santi e teologi decide di dedicare diversi articoli al Referendum significa che la situazione è grave… non c’è più religione! 😛

Festa del 17 Marzo: … Indovinate chi paga?

Povera Patria
Foto "Povera Patria" by Daniele Muscetta - flickr

Alla fine, dopo tutte le polemiche della Confindustria e di qualche partito politico, la Festa del 17 Marzo, che celebra il 15o° Anniversario dell’Unità d’Italia, si farà. Sto già preparando un post sul significato di questa festa  ma oggi vorrei dedicarmi ad un aspetto meno alto e molto più  pratico, ovvero: …ma chi paga il dì di festa?

Ce lo siamo chiesti con un mio collega quando in ufficio abbiamo ricevuto la circolare in cui si diceva che il 17 Marzo saremo chiusi. Non siamo avvezzi al legalese o sindacalese delle circolari ma, cercando di leggere fra le righe, abbiamo sentito puzza di bruciato. Abbiamo poi chiesto ad un nostro collega sindacalista di confermarci le nostre intuizioni e abbiamo scoperto, non solo di aver visto giusto, ma che il decreto è un vero e proprio pastrocchio…

Il decreto.

Gli articoli del decreto incriminati sono il numero 2 e il numero 3 e recitano…

2. Al fine di evitare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese private, derivanti da quanto disposto nel comma 1, per il solo anno 2011 gli effetti economici e gli istituti giuridici e contrattuali previsti per la festività soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale per il 150° anniversario dell’Unita’ d’Italia proclamata per il 17 marzo 2011.

3. Dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Tratto dal DECRETO-LEGGE 22 febbraio 2011, n. 5

Chi paga?

Se, come recitano gli articoli 2 e 3 non ci devono essere nuovi o maggiori  oneri a carico dei padroni (imprese private per i dipendenti privati e finanza pubblica per i dipendenti pubblici), chi paga il dì di festa? Semplicemente… se lo pagano i  lavoratori dipendenti stessi, con una specie di intrallazzo fatto sulle festività soppresse.

Prima di spiegarvi come funziona la faccenda, rinfreschiamo le idee, specialmente ai più giovani, su cosa sono le festività soppresse. Fino al 1977 in Italia c’erano più giorni di festa: in quell’anno, causa crisi, furono abolite per decreto diverse festività, salvo reintegrarne alcune nel 1985. Allo stato attuale le festività soppresse sono le seguenti: San Giuseppe (19/3), l’Ascensione (variabile), Corpus Domini (variabile), SS. Apostoli Pietro e Paolo (29/6), Festa dell’Unità Nazionale (4/11). In cambio di queste festività i lavoratori ebbero (a seconda dei contratti) delle indennità pagate o delle giornate di ferie aggiuntive e su queste va a prendere i soldi il decreto della festa del 17 Marzo… per la precisione sulla festa del 4 Novembre!

Come pagano i dipendenti privati?

Di solito i dipendenti privati (ma dipende dal contratto) nelle festività soppresse prendono un’indennità economica extra in busta paga. Per dirla semplice (scusatemi ma non sono ne’ un fiscalista, ne’ un esperto di paghe, magari qualcuno più informato potrà precisare meglio…) prendono una giornata di paga doppia per compensare la mancata festività. Come risolve il decreto il problema della festa del 17 Marzo? Semplice: l’indennità della giornata doppia prevista per il 4 Novembre slitta al 17 Marzo e copre il giorno di festa. Morale della favola il lavoratore si paga la festività del 15o° Anniversario dell’Unità d’Italia: a Marzo riceve lo stipendio normale mentre il prossimo mese di Novembre riceverà lo stipendio con una giornata in meno rispetto allo scorso anno, per slittamento dell’indennità relativa alla festività soppressa del 4/11 al mese di Marzo.

Come pagano i dipendenti pubblici?

I dipendenti pubblici non percepiscono indennità economiche, ma hanno 4 giornate di ferie aggiuntive che compensano le festività soppresse. Di conseguenza, per coprire la festività del 17 Marzo senza che ne derivino oneri per la finanza pubblica, molti enti stanno pensando di mettere in ferie obbligate tutti i dipendenti per la festa del 15o° Anniversario dell’Unità d’Italia. Alla fine della storia… tutti a casa il 17/3 scalando un dì fra i 4 giorni di ferie previsti come compensazione delle festività soppresse!

E chi lavora?

La beffa maggiore è però riservata a chi dovrà lavorare il 17 di Marzo, semplicemente perchè il decreto non ne parla per niente. Pensate solo agli operatori della sanità, alle forze dell’ordine o ai tanti turnisti che lavorano anche nei giorni festivi. Di solito prendono un’indennità o una retribuzione oraria maggiorata per lavoro diurno festivo o per lavoro notturno festivo, ma questa volta il decreto dice che si devono evitare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e delle imprese private. Quindi, non vorrà mica dire che questi lavoratori non percepiranno le indennità spettanti per il lavoro festivo del 17/3?

E il sindacato, cosa dice?

Appurato che tutti i lavoratori dipendenti pagheranno di tasca propria la festività del 17 Marzo, i sindacati cosa fanno? Più o meno tutti sono rimasti spiazzati dal decreto, stanno mandando comunicati vari  e si stanno organizzando… Come ci ha detto il nostro collega sindacalista: «Non sappiamo cosa fare, abbiamo investito del problema le nostre sedi centrali: intanto festeggiamo il 17 Marzo, poi cercheremo di metterci una pezza!»

ViVa l’ItaLiA!

p.s. (1) Non essendo ne’ un sindacalista, ne’ un esperto di diritto del lavoro e nemmeno un fiscalista, potrei aver capito male e di conseguenza potrei anche aver detto, in buona fede, una serie di enormi sciocchezze. Se c’è qualcuno più esperto del sottoscritto posti eventuali correzioni fra i commenti. Grazie.

p.s.(2) Tanti auguri di buon 8 Marzo a tutte le donne!!!!

Padre Alex Zanotelli – “ACQUA:IL GRANDE RIFIUTO”

foto caravan of the peace to Lecce Italy Padre Zanotelli by Toti [silent] - flickr
foto "caravan of the peace to Lecce Italy Padre Zanotelli" by Toti silent - flickr

Ricevo questo messaggio scritto da Padre Alex Zanotelli. Vi prego di farlo girare. Grazie.

Non avrei mai immaginato che il paese di Francesco d’ Assisi (Patrono d’Italia) che ha cantato nelle sue Laudi la bellezza di “sorella acqua” diventasse la prima nazione in Europa a privatizzare l’acqua! Giorni fa abbiamo avuto l’ultimo tassello che porterà necessariamente alla privatizzazione dell’acqua. Il Consiglio dei Ministri , infatti, ha approvato il 9/09/2009 delle “Modifiche” all’articolo 23 bis della Legge 133/2008. Queste “Modifiche” sono inserite come articolo 15 in un Decreto legge per l’adempimento degli obblighi comunitari. Una prima parte di queste Modifiche riguardano gli affidamenti dei servizi pubblici locali, come gas, trasporti pubblici e rifiuti. Le vie ordinarie- così afferma il Decreto- di gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica è l’affidamento degli stessi, attraverso  gara, a società miste, il cui socio privato deve essere scelto attraverso gara, deve possedere non meno del 40% ed essere socio ”industriale”. In poche parole questo vuol dire la fine delle gestioni attraverso SPA in house e della partecipazione maggioritaria degli enti locali nelle SPA quotate in borsa.
Questo decreto è frutto dell’accordo tra il Ministro degli Affari Regionali, Fitto e il Ministro Calderoli. E questo grazie anche alla pressione di Confindustria per la quale in tempo di crisi, i servizi pubblici locali devono diventare fonte di guadagno.
E’ la vittoria del mercato, della merce, del profitto. Cosa resta ormai di comune nei nostri Comuni? E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni, oggi, portata avanti brillantemente dalla destra. A farne le spese è sorella acqua. Oggi l’acqua è il bene supremo che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’incremento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta politica gravissima che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese, ma soprattutto dagli impoveriti del mondo ( in milioni di morti per sete!). Ancora più incredibile per me è che la gestione dell’acqua sia messa sullo stesso piano della gestione dei rifiuti! Questa è la mercificazione della politica! Siamo anni luce lontani dalla dichiarazione del Papa Benedetto XVI nella sua recente enciclica Caritas in veritate dove si afferma che l’”accesso all’acqua” è” diritto universale di tutti gli esseri umani senza distinzioni e discriminazioni”.Tutto questo è legato al diritto primario della vita”.La gestione dell’acqua per il nostro Governo è assimilabile a quella dei rifiuti! Che vergogna! Non avrei mai pensato che la politica potesse diventare a tal punto il paladino dei potentati economico-finanziari. E’ la morte della politica!

Per cui chiedo a tutti di:
-protestare contro questa decisione del governo tramite interlocuzioni con i parlamentari, invio di e.mail ai vari ministeri…
-chiedere ai parlamentari che venga discussa in Parlamento la Legge di iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua, che ha avuto oltre 400mila firme e ora ‘dorme’ nella Commissione Ambiente della Camera;
-chiedere con insistenza alle forze politiche di opposizione che dicano la loro posizione sulla gestione dell’acqua e su queste Modifiche alla 23 bis;
-premere a livello locale perché si convochino consigli comunali
monotematici per dichiarare l’acqua bene comune e il servizio idrico “privo di rilevanza economica”;
-ed infine premere sui propri consigli comunali perché facciano la scelta dell’Azienda Pubblica Speciale a totale capitale pubblico: è l’unica strada che ci rimane per salvare l’acqua.
Sarà solo partendo dal basso che salveremo l’acqua come bene comune, come diritto fondamentale umano e salveremo così anche la nostra democrazia.

E’ in ballo la Vita perché l’Acqua è Vita.

Alex Zanotelli