Granelli di sabbia… per una nuova economia.

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Foto “gears” by Natasha Wheatland – flickr

La salita al potere di Matteo Renzi ha suscitato sentimenti opposti: grandi entusiasmi (come in questo articolo di Jacopo Fo) e grandi sospetti (come in questo articolo di Alessandro Robecchi). Io non mi fido e sto tra i sospettosi anche perchè, molte delle manovre previste da Renzi, come il taglio di 85.000 statali, i tagli alla sanità e i 3 anni senza diritti per i precari, sono manovre che abbiamo già visto negli anni scorsi in Grecia, paese dove purtroppo spesso ci tocca leggere il nostro futuro. D’altra parte, come scrive SDRENG in questo articolo, se Marchionne elogia Renzi… io mi preoccupo. Ad essere ottimisti siamo alle solite lacrime e sangue di Monti solo che Matteo Renzi ce le infiocchetterà e impacchetterà con la carta colorata come la sorpresa di un prossimo uovo di Pasqua! E se con una mano ci darà i famosi 80€ in busta paga, c’è il rischio che attraverso le nuove tasse (Tari-Tasi o come diavolo si chiameranno), ce ne riprenda il doppio.

Diciamoci la verità: il problema non è la persona di Matteo Renzi ma il fatto che lui, come i suoi predecessori e come tutti quelli che comandano nell’Unione Europea, Troika, Fmi, etc…, sono i rappresentanti di quel capitalismo liberista e finanziario che, in nome del profitto ad ogni costo, ha causato la crisi che stiamo vivendo, aumentando la povertà di tanti cittadini e di tante nazioni. D’altra parte il rapporto appena uscito di Oxfam (qui una bella sintesi in italiano)  dichiara che 85 super ricchi possiedono l’equivalente di quanto detenuto da metà della popolazione mondiale e che negli ultimi anni le leggi sono state fatte per favorire i più ricchi a scapito dei più poveri tanto che, dal 1970 a oggi, in 29 nazioni sulle 30 analizzate da Oxfam, i ricchi guadagnano molto di più e pagano molte meno tasse.

Il sistema economico liberista è al collasso e l’unico modo per uscirne è andare verso un’economia solidale, più rispettosa dell’ambiente, dei diritti umani sia dei cittadini che dei lavoratori. Chiedere  un’inversione di rotta alla classe dirigente mondiale che è stata la prima causa della crisi è una pia illusione, pensare che tale inversione sia indolore, altrettanto. Quindi Renzi o non Renzi lacrime e sangue sono e lacrime e sangue resteranno, almeno nel breve e medio periodo.

In una discussione fatta alcune settimane fa con alcuni amici del Gruppo d’Acquisto Solidale di cui faccio parte ci siamo chiesti cosa possiamo fare come cittadini per scardinare questo sistema, senza farsi troppo male, cioè senza acuire la crisi che già stiamo vivendo. Tralasciando le posizioni estremistiche, un tantinello rivoluzionarie e soprattutto impraticabili come il ritorno di tutti alla terra tramite la proprietà collettiva dei terreni, l’autosufficienza alimentare e il baratto, rimane la proposta concreta e già attuata da molte persone, indicataci dall’amico G.

Spostare poco a poco i nostri soldi dall’economia liberista e di mercato ad un’economia solidale e rispettosa dei diritti di tutti. Attenzione! Non si tratta di fare beneficenza o volontariato ma semplicemente di usare i soldi che riceviamo come stipendio per acquistare beni e servizi da imprese rispettose dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori.  Ad esempio G. lavora per una multinazionale e il suo stipendio che viene accreditato sul suo conto corrente presso l’unica Banca Italiana che non fa finanza speculativa ma che finanzia piccole realtà del terzo settore e di cui anch’io sono correntista: Banca Popolare Etica. Allo stesso modo se decidiamo di mangiare un’ottima pizza perchè non farlo in uno dei tanti ristoranti gestiti da onlus che in questo modo offrono un lavoro a delle persone svantaggiate come i disabili? E perchè non comprare il caffè equo e solidale invece di quello di George Clooney che è causa di tanti disastri nel mondo?  E perchè comprare la frutta e la verdura proveniente dall’altra parte del pianeta, quando si potrebbe comprare dal contadino accanto a casa a prezzi inferiori, magari anche biologica, contemporaneamnte salvaguardando l’ambiente in cui viviamo?

Gesti banali che sembrano sciocchezze ma che stanno già creando una nuova economia. Per ora si tratta di numeri piccolissimi ma in continua crescita, al contrario di quelli perennemente in rosso dell’economia liberista. Leggete questo articolo di “Repubblica” su Banca Etica oppure quest’altro, sempre su Banca Etica, di “Avvenire”. Infine leggete anche questo bellissimo pezzo sull’Imprenditoria sociale e sul Mercato Virtuoso de “Il Fatto Quotidiano”.

Il mio amico G. vi direbbe che ogni euro spostato dall’economia liberista a quella etica e sociale è come un granello di sabbia che cade nell’ingranaggio del liberismo, col vantaggio che quando quell’ingranaggio si incepperà definitivamente ne avremo già sviluppato un altro, molto più funzionale e soprattutto più rispettoso delle persone e dell’ambiente. Noi forse non ci saremo più ma avremo lasciato ai nostri nipoti un’economia nuova!

Un film: “Concursante” (2007)

“Concursante” è un bel film spagnolo del 2007 diretto da Rodrigo Cortés e intepretato da Leonardo Sbaraglia. Ho scoperto questa pellicola grazie ad una segnalazione sul sito di Beppe Grillo, ma non credo che il film sia uscito in Italia. Potete però trovarne una versione in spagnolo con sottotitoli in italiano su You Tube a questo indirizzo (film sottotitolato in italiano).

Il film, una via di mezzo tra una commedia e un thriller, è girato con un montaggio serratissimo, quasi da videoclip e  con qualche tratto surrealista, ma quello che rende  imperdibile la pellicola, sono gli argomenti di cui tratta. In particolare viene fatta un’analisi molto critica del sistema bancario e finanziario occidentale affrontando temi come il signoraggio, la creazione di denaro non reale, l’indebitamento e la rovina delle persone che, vivendo al di sopra delle loro possibilità, diventano prede del feroce sistema bancario e finanziario.

La trama in breve: il professor Martín Circo Martín  vince un sacco di premi milionari ad un gioco televisivo tra cui ville, barche, auto di lusso, aerei, vestiti etc… Purtroppo tutti i beni vinti vanno  mantenuti e questo costa un sacco di soldi: ad esempio le ville sono da ristrutturare, le auto e le barche vanno assicurate, per l’aereo serve un hangar e poi lo stato vuole le tasse sugli immobili e così via. Il protagonista viene travolto in un vortice di avvocati e consulenti bancari ma soprattutto accumula una montagna di debiti fino a perdere il lavoro, la fidanzata e tutti i beni. Sarà un vecchio ed eccentrico economista a spiegare al professore l’inganno perpretato dalle banche….

L’unica nota stonata del film è data dal fatto che il protagonista è un professore di storia dell’economia e perciò non dovrebbe essere uno sprovveduto come appare nella trama della pellicola.

Comunque, per non incorrere in situazioni analoghe a quelle del protagonista, vi invito a non comprare niente a credito cioè  a non fare nessun debito. Mettete da parte i soldini un po’ per volta e comprate le cose che vi piacciono soltanto quando avrete tutti i soldi, proprio come ci hanno insegnato i nostri nonni!!

Alcuni link sugli argomenti in questione:

SIGNORAGGIO
Signoraggio su wikipedia
Signoraggio su disinformazione.it
Signoraggio.it
Signoraggio.com

UNA POSSIBILE RISPOSTA AL PROBLEMA DEL SIGNORAGGIO: LO SCEC
Progetto Scec
Arcipelago Scec
Arcipelago Toscana