Lettera a Matteo Renzi…

Sindaco
Foto "Sindaco" by Branzino Curiosso - flickr

Matteo Renzi è il mio sindaco e stando a certi sondaggi sarebbe anche il sindaco che la maggior parte degli italiani vorrebbe a capo delle loro città. Se dovessi scrivere cosa penso di Renzi, da quando era presidente della provincia di Firenze (perchè anche lui non è mica tanto nuovo), non mi basterebbe un post o forse nemmeno un blog intero.

Renzi ha dalla sua parte il fatto di apparire “moderno”: usa Facebook (ma nell’emergenza neve era meglio se stava sulle strade), corre la maratona, risponde in diretta radio alle domande toste dei fiorentini, ha sempre la battuta pronta e dice “pane al pane e vino al vino” (ma i parenti dei musicisti del Maggio, bloccati nel Giappone terremotato e radioattivo, l’hanno messo alle corde). Tutto ciò non garantisce la buona amministrazione della città di Firenze, ma al confronto  con le mummie che popolano la classe politica italiana, rende Matteino tremendamente nuovo e gli fornisce  l’appeal di uno veramente (come si dice dalle mie parti) “ganzo”.

La scorsa settimana è stata pubblicata sul giornale online “Altra città” una divertente lettera scritta dal genitore di un adolescente che è tornato a casa con un curioso “trofeo”: l’autografo del Renzi. E’ una simpatica lezione di educazione civica che, se fosse per me,  farei leggere in tutte le scuole italiane.

L’autografo del sindaco? Anche no!

Riceviamo e pubblichiamo

Caro Matteo Renzi,

oggi mio figlio era alla commemorazione dei caduti del 22 marzo 1944 al Campo di Marte.

E’ tornato a casa con il tuo autografo.

Ho cercato di spiegargli che avere l’autografo di un Sindaco è come avere quello dell’autista del pulmino che li ha portati da Vicchio, paese in cui fortunatamente siamo residenti; in quanto entrambi svolgete una funzione che è al servizio del cittadino e tra le quali non vedo differenza di dignità.

Ma al di là delle spiegazioni che ho cercato di dare ad un adolescente al quale, mea culpa, sono mancato nel mio ruolo di educatore preventivo, ma non postumo, non comprendo questo atteggiamento da rockstar.

Se come dici vogliamo davvero vincere le prossime elezioni dobbiamo utilizzare una diversa epistemologia rispetto a quella dell’apparire, così ben incarnata dal nostro attuale Presidente del Consiglio, e a maggior ragione dobbiamo educare le nuove generazioni.

Caro Matteo, ti prego la prossima volta che uno dei miei figli ti chiede l’autografo digli che glielo farai solo se te ne portano prima dieci: uno del Preside della scuola, uno della bidella, uno dell’impiegato di Publiambiente che pulisce la nostra piazza dopo il mercato, uno dell’impiegata all’anagrafe del nostro Comune, uno della nostra Pediatra, uno del cuoco della mensa scolastica, uno dell’autista del pulmino, uno dell’operaio comunale che taglia l’erba ai lati della strada che conduce a casa nostra, uno della maestra dell’elementari e uno della professoressa delle medie. Solo allora dovresti autorizzarli a raccogliere la tua firma.

Massimo Cappelli

Lettera di Massimo Cappelli pubblicata il 22/03/2011 sul giornale on line Altra città.