Un documentario: Hair India (2008)

In questi giorni su Rai 5 sta andando in onda un bellissimo documentario di Raffaele Brunetti e Marco Leopardi che si intitola “Hair India” e che mostra uno spaccato delle contraddizioni che offre l’India di questi anni, basandosi sulla storia di una ciocca di capelli.

Una poverissima famiglia induista va in pellegrinaggio al tempio e partecipa ad un rituale di purificazione per chiedere una grazia. Tutti i componenti di questa famiglia donano alle divinità l’unica cosa che hanno: i loro capelli. Come altre migliaia di pellegrini si fanno rasare completamente la testa e il documentario segue la rotta dei loro capelli… Messi all’asta dalle autorità del tempio induista vengono comprati da un’industria di Roma che li lavora e li trasforma in preziose extension che vanno a ruba fra le dive di Hollywood e Bollywood. Extension di capelli mai trattati e colorati, così preziose che arrivano a costare anche 4.000$ ad applicazione.

Nel documentario le ciocche tagliate al tempio e lavorate a Roma torneranno in India per essere applicate a Sangeeta una giornalista di moda che li userà per far colpo ad una sfilata….

Per vedere il documentario:

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8 pensieri riguardo “Un documentario: Hair India (2008)

  1. gli stessi capelli indiani che stanno sulla cucuzza della mia parrucchiera! 😦
    mi ricordo dei capelli che le donne di calabria negli anni 60 davano al ” capellaro ” che girava di porta in porta. in cambio ne ricevevano piccole cose che servivano in casa o giocattolini per i bambini… i capelli allora servivano per i toupet e le parrucche!

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      1. così protetta che a lei i capelli crescono al rallentatore! a differenza dei miei, invece, che sembrano farmelo apposta a crescere con la rapidità del fulmine!! grrr…

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              1. beato te! per ereditarietà – sempre le cose ” migliori ” dalla genetica genitoriale! – ho messo su i capelli bianchi dacchè avevo 25 anni circa. stessa cosa sta capitando ai miei figli. finchè s’è trattato di qualche capello spurio potevo evitare la tinteggiatura, ma ora, per non sembrare una vecchia carampana peggio di quanto sono… be’ aspetterò la luna rossa! 😀

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