Il mio primo LP

Avrò avuto intorno ai 10-11 anni e la cosa a cui ambivo di più era uno stereo, un vero stereo HI-FI (chi se la ricorda la parola alta fedeltà?). A quei tempi l’acquisto di uno stereo era un evento familiare, in primo luogo perchè costava un sacco di soldi e poi perchè occupava un mobile intero e ti costringeva a riarredare la camera o il soggiorno… Lo stereo hi-fi era una forma di emancipazione musicale che ti liberava dal mangiadischi, dove al massimo potevi ascoltare i 45 giri con canzoni gracchianti o con le famose “Fiabe Sonore” (a mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar…) e/o dal terribile mangianastri che letteralmente ti masticava le cassette, quelle che poi dovevi srotolare e tentare di riavvolgere alla meno peggio con la penna Bic, imprecando in  tutte le lingue del mondo. Lo stereo ti consentiva finalmente di ascoltare gli LP e quindi di possedere degli oggetti di culto da conservare e con cui farti grande con gli amici…

Il mio primo stereo era così composto: mobile, piatto 33/45 giri, amplificatore e casse (rigorosamente grosse e appese alla parete della mia camera con dei tasselli che avrebbero retto anche un elefante). Per comprarlo lavorai un’estate intera dando una mano a mia mamma che all’epoca lavorava a domicilio per una fabbrica di scarpe. Dopo 3 mesi come lavoratore minorile-garzone di mia mamma, passati tutti tra tomaie di scarpe, macchine da cucire, forbici e barattoli di mastice puzzolente, misi insieme 250.000 Lire per l’acquisto di uno stereo di marca Europhon… La radio la comprai nei mesi successivi coi proventi di altri lavoretti e con i soldi regalati dai nonni a Natale. La piastra (ovvero il registratore a cassette) arrivò a riempire l’ultimo buco nel mobile dello stereo, come regalo di Cresima da parte dei miei genitori e come premio per aver lavorato e risparmiato, con senso del dovere, per comprare i pezzi precedenti…

Perchè vi ho raccontato, proprio oggi,  tutta questa storia? Perchè quello sotto è stato il primo LP che ho comprato nella mia vita e che a quel tempo ho veramente consumato tutto ascoltandolo a ripetizione…

Album "Lucio Dalla" Lineatre
Album " 4 Marzo e altre storie di Lucio Dalla" Lineatre

A questo punto mi immagino che  vi aspettereste che io metta un video di Lucio Dalla  con uno dei pezzi di questo album ma in realtà, negli anni successivi,  quand’ero un po’ più grandicello, c’è stata un’altra cosa che ha segnato la mia vita… Se nel mio passato, per quasi una quindicina d’anni, ho giocato a fare il clarinettista jazz (di belle speranze ma anche di qualche raro e piccolo successo), lo devo in parte anche a quel folletto di Bologna che col suo clarinetto faceva cose grandiose… Perciò, metto da parte tutti i suoi bellissimi  successi, che ormai in questi giorni avete già sentito ovunque, e lo saluto con un classico standard…

Grazie Lucio, R.I.P.

Bobo Rondelli: boia deh, che bel concerto!

Venerdì scorso, un po’ per sfuggire alla calura, un po’ per sentire della buona musica siamo andati a Scandicci dove, nel Parco del castello dell’Acciaiolo, si teneva il concerto del cantautore livornese Bobo Rondelli. Di Rondelli conoscevo qualche brano ma non lo avevo mai visto dal vivo ed è stato un concerto molto bello e divertente. Bobo è la quintessenza del livornese: popolare, sanguigno, spavaldo, ignorante e maledetto come solo i livornesi sanno essere, ma allo stesso tempo è visionario, poetico, struggente e malinconico. Dal vivo salta dalla poesia più pura ai discorsi da bar sulla topa, restando sempre se stesso e dimostrando di divertisi un sacco dialogando con il pubblico.  Inutile dire che è anche un musicista sopraffino, autore di musiche e testi bellissimi tanto da essere uno dei migliori cantautori del momento. Purtroppo il fatto di trovarsi ai margini dello show business non gli consente di essere famoso quanto meriterebbe ma son sicuro che a lui va bene così e secondo me, se qualcuno gli dicesse che dovrebbe ambire a palchi più importanti, Bobo lo guarderebbe e sorridendo gli direbbe: «m’importa ‘na sega!». Un po’ come quando a “Parla con me”, alla Dandini che gli diceva che il suo cd era introvabile nei negozi, lui rispose «Masterizzatelo tutti!»

Purtroppo non avevo con me ne’  macchina fotografica ne’ videocamera, quindi per farvi assaporare un po’ il concerto sono ricorso a spezzoni di altri  live recuperati su you tube!!!! Buon ascolto!!!

Il castello dell’Acciaiolo (luogo del Concerto)

foto "Castello dell'Acciaiolo" by Giancarlo Pallai - flickr
foto "Castello dell'Acciaiolo" by Giancarlo Pallai - flickr

Per amor del cielo

Hawaii da Shangai

Mangio Marmellata (con Nada)

Ho picchiato la testa.

Non voglio crescere mai (versione italiana di  I don’t wanna grow up di Tom Waits)

p.s. per i non toscani: il “boia deh” del titolo del post è la più classica delle espressioni livornesi!