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Lo scorso 4 Luglio ho pubblicato su questo blog un post intitolato “Ma che bel formaggio avariato” , dedicato all’articolo del giornalista di “Repubblica” Paolo Berizzi e relativo alle ditte che rilavoravano formaggi avariati e putrefatti e li rivendevano come formaggi nuovi a grandi marche lattiero casearie… Il 14 ottobre lo stesso Paolo Berizzi ha pubblicato, sempre su “Repubblica”, un nuovo articolo dedicato al “lifting” a cui erano sottoposti alcuni prodotti della “Galbani” che, una volta scaduti, sarebbero stati bonificati e reintrodotti sul mercato modificando le date di scadenza… (qui l’articolo completo di Repubblica – qui l’audio di un colloquio fra i dipendenti del deposito Galbani di Perugia – qui le foto delle etichette contraffatte).
In realtà, nel periodo intercorso fra questi due articoli, sono usciti sulla stampa molti altri pezzi sul tema dei formaggi e salumi di produzione industriale. Lo stesso Berizzi i primi di settembre aveva pubblicato un altro articolo sui formaggi grattugiati in busta, dall’inequivocabile titolo “La truffa del formaggio avariato: nel grattugiato finivano gli scarti” a cui aveva fatto seguire, il 27 Settembre, un altro pezzo sul traffico illegale di formaggi e derivati lattiero caseari asiatici verso l’Europa (Sulle rotte del formaggio avariato tra porti, società off shore e camorra). Anche la rubrica “Consumi e Consumi” di Rainews 24 si è occupata di formaggi avariati nella puntata del 16/09/2008 e a questo link è visibile tutto il video del servizio. Infine anche la rivista dei consumatori “Il salvagente” ha trattato questi tipi di truffe con due articoli pubblicati sul loro sito web: ”Pericolo formaggi nei negozi italiani” del 14/10/2008 e “Zaia e la megatruffa del formaggio grattugiato” del 06/09/2008.
Leggendo vari blog, molti cittadini si domandano cosa devono mangiare e come possono scegliere dei prodotti che siano il più genuini possibile. Premesso che non si è mai sicuri al 100% di qualsiasi cosa mangiamo, ci sono alcune semplici regole di buon senso da seguire. Preferire in primo luogo prodotti semplici che abbiano avuto il minor numero di manipolazioni ( e di conseguenza minori rischi di sofisticazioni): ad esempio è meglio comprare un bel pezzo di Parmigiano da grattare in casa, piuttosto che le buste di formaggio grattugiato. Se possibile lasciar perdere gli alimenti di origine industriale e preferire prodotti locali ed artigianali, possibilmente da agricoltura biologica. In pratica rivolgetevi agli allevatori e ai pastori della vostra zona e lasciate sugli scaffali i formaggi delle multinazionali… Personalmente, io vi consiglio di frequentate i farmer’s markets e i G.a.s. (Gruppi di acquisto solidale)
— Ultim’ora—
Sequestrati in Italia quintali di latte cinese alla melamina. Articoli:
Corriere della Sera
Repubblica
Il Salvagente
*** foto Formaggio by Latente | 1UP! – flickr (ma sicuramente il formaggio nella foto è buono)