Notizie dal movimento spagnolo degli “Indignados” (e dalla Champions League).

foto "Indignados , Plaça de Catalunya (86)" by calafellvalo  - flickr
foto "Indignados , Plaça de Catalunya (86)" by calafellvalo - flickr

La foto che vedete è stata scattata nei giorni scorsi in Plaça de Catalunya a Barcelona (Spagna) e riprende le manifestazioni pacifiche degli Indignados, i ragazzi (ma anche gli adulti e i bambini) che dal 15 Maggio occupano pacificamente il cuore di Barcelona protestando per un futuro migliore. Ma cosa chiedono in tutte le piazze iberiche i ragazzi spagnoli? Quello che segue è il manifesto di tutte queste persone, che trovo ampiamente condivisibile anche per il nostro paese… Leggetelo.

MANIFESTO DEGLI INDIGNADOS.

Noi siamo gente comune. Siamo come te: gente che si alza ogni mattina per studiare, per lavorare o per trovare lavoro, gente che ha famiglia e amici. Gente che lavora duramente ogni giorno per vivere e dare un futuro migliore a chi ci circonda.

Alcuni di noi si considerano più progressisti, altri più conservatori. Alcuni credenti, altri no. Alcuni di noi hanno un’ideologia ben definita, alcuni si definiscono apolitici… Ma tutti siamo preoccupati e indignati per il panorama politico, economico e sociale che vediamo intorno a noi. Per la corruzione di politici, imprenditori, banchieri … Per il senso di impotenza del cittadino comune.

Questa situazione fa male a tutti noi ogni giorno. Ma se tutti ci uniamo, possiamo cambiarla. È tempo di muoversi, è ora costruire insieme una società migliore. Perciò sosteniamo fermamente quanto segue:

  • Le priorità di qualsiasi società avanzata devono essere l’uguaglianza, il progresso, la solidarietà, la libertà di accesso alla cultura, la sostenibilità ecologica e lo sviluppo, il benessere e la felicità delle persone.
  • Ci sono diritti fondamentali che dovrebbero essere al sicuro in queste società: il diritto alla casa, al lavoro, alla cultura, alla salute, all’istruzione, alla partecipazione politica, al libero sviluppo personale, e il diritto di consumare i beni necessari a una vita sana e felice.
  • L’attuale funzionamento del nostro sistema economico e di governo non riesce ad affrontare queste priorità e costituisce un ostacolo al progresso dell’umanità.
  • La democrazia parte dal popolo (demos = popolo, cràtos = potere) in modo che il potere debba essere del popolo. Tuttavia in questo paese la maggior parte della classe politica nemmeno ci ascolta. Le sue funzioni dovrebbero consistere nel portare la nostra voce alle istituzioni, facilitando la partecipazione politica dei cittadini attraverso canali diretti e procurando i maggiori benefici alla società in generale, non per arricchirsi e prosperare a nostre spese, mentre si dà cura solo dei dettami dei grandi poteri economici e si aggrappa al potere attraverso una dittatura partitocratica capeggiata dalle inamovibili sigle del partito unico bipartitico del PPSOE. (*)
  • L’ansia e l’accumulazione di potere in poche mani crea disuguaglianza, tensione e ingiustizia, il che porta alla violenza, che noi respingiamo. L’obsoleto e innaturale modello economico vigente blocca la macchina sociale in una spirale che si consuma in se stessa arricchendo i pochi e precipitando nella povertà e nella scarsità il resto. Fino al crollo.
  • La volontà e lo scopo del sistema è l’accumulazione del denaro, che ha la precedenza sull’efficienza e il benessere della società. Sprecando intanto le risorse, distruggendo il pianeta, creando disoccupazione e consumatori infelici.
  • I cittadini fanno parte dell’ingranaggio di una macchina destinata ad arricchire una minoranza che non sa nulla dei nostri bisogni. Siamo anonimi, ma senza di noi tutto questo non esisterebbe, perché noi muoviamo il mondo.
  • Se come società impariamo a non affidare il nostro futuro a un’astratta redditività economica che non si converte mai in un vantaggio della maggioranza, saremo in grado di eliminare gli abusi e le carenze di cui tutti soffriamo.
  • È necessaria una Rivoluzione Etica. Abbiamo messo il denaro al di sopra dell’Essere umano mentre dovremo metterlo al nostro servizio. Siamo persone, non prodotti sul mercato. Io non sono solo quel che compro, perché lo compro e a chi lo compro.

Per tutto quanto sopra, io sono indignato.

Credo di poterlo cambiare.

Credo di poter aiutare.

So che insieme possiamo.

Esci con noi. È un tuo diritto.

traduzione a cura del sito di peacereporter

Ieri la politica, gli affari e il commercio hanno dato una risposta a questi ragazzi, usando la polizia per sgombrare la piazza a forza di manganellate, fumogeni e pallottole di gomma, in teoria  in nome dell’ordine pubblico, ma a detta dei ragazzi sembrerebbe in nome di qualcos’altro. Stasera a Wembley si terrà la finale di Champions League fra le squadre del Barcelona e del Manchester United e pare che Plaça de Catalunya a Barcelona sia stata sgombrata con la forza per ospitare i festeggiamenti in caso di vincita dei blaugrana. Si poteva lasciare la Piazza ai ragazzi e spostare i festeggiamenti calcistici in altre Piazze? A detta dei ragazzi sembrerebbe di no soprattutto a causa dei mega cartelloni degli sponsor della squadra del Barcelona che da mesi tappezzano Plaça de Catalunya….A questo punto, visto come vanno le cose, speriamo che vinca il Manchester!

Il drammatico video dell’attacco ai ragazzi inermi (al minuto 1,26 si intravede il cartellone dello sponsor per cui sarebbe stata sgomberata la piazza).

(*) PPSOE = sigla che raggruppa i due principali partiti spagnoli (PP= Partido Popular Centrodestra – PSOE partito socialista centrosinistra)

Il Decoro dell’Italia è solo un problema di mutande.

Nei carrugi
foto "Nei carrugi" by bob.sor - flickr

Sabato scorso (05/02/2011) a pagina 22 del “Corriere della Sera” è apparso un interessante articolo di Francesco Cevasco intitolato  “Se Genova vieta i panni stesi e un pezzo della nostra storia”, dedicato alla salvaguardia del decoro italico… Vi metto alcuni stralci…

Se Genova vieta i panni stesi e un pezzo della nostra storia di Francesco Cevasco.

«Belin, se ci togli i panni stesi a questi carrugi è come se ci togli la luce a Caravaggio… Io sui panni ci ho fatto anche dei quadri…». Giovanni Musso è un pittore molto dilettante che abita in vico del Fieno, nell’ombelico del centro storico genovese. Però ha le idee chiare su arte e colori. E non gli va giù l’idea che stia per entrare in vigore un nuovo regolamento comunale che, di fatto, vieta di stendere lenzuola e mutande – soprattutto se sgocciolanti e visibili – fuori dalle finestre e sui terrazzi delle vie principali. [… ]

Ma davvero si salva il decoro di una città abolendo i panni stesi? E’ una vecchia idea di Silvio Berlusconi che, proprio a Genova, alla vigilia del G8 nel 2001, in nome del «decoro», chiese e ottenne un’ordinanza municipale perché non voleva che i suoi colleghi Blair, Putin eccetera vedessero, lungo la strada che sfiorava il centro storico e li portava a Palazzo Ducale, «le mutande appese alle finestre». Naturalmente i genovesi di via Gramsci si guardarono bene dal cambiare abitudini. E nessuno restò turbato. Da queste parti i panni stesi sono come incollati alla storia dei carrugi e spesso le corde per appendere la biancheria congiungono un palazzo a quello di fronte: così quel poco sole  che arriva perchè le case sono troppo vicine si sfrutta meglio. […]

Ma quando mai qualche cosa di pulito, come il bucato appunto,  ha mai offeso qualcuno? I panni puliti  fanno parte della storia per immagini che la nostra cultura ha saputo far viaggiare per il mondo.[…]

E poi, senza quei panni al sole, non avremmo avuto un capolavoro come «Una giornata particolare» di Ettore Scola. Non ci fossero state lenzuola e biancheria stese sui tetti di Roma, Sofia Loren e Marcello Mastroianni non si sarebbero incontrati proprio quel giorno del 1938 in cui arrivò il treno di Hitler, giorno in cui Mussolini «abolì» canottiere e mutande stese per non correre il rischio di  turbare la sensibilità estetica del suo ospite.

tratto dall’articolo “Se Genova vieta i panni stesi e un pezzo della nostra storia” di Francesco Cevasco pubblicato a pag. 22 del Corriere della Sera di Sabato 5 Febbraio 2011.

Ora io mi domando: in un paese attraversato dalla corruzione, dalla mancanza di legalità e  messo in ridicolo agli occhi del mondo da un premier di 75 anni, che a quanto riportato dalla stampa, farebbe il  “bunga bunga” con delle ragazzine minorenni, il decoro della nazione sarebbe messo in pericolo da qualche paio di  mutande o di calzini stesi al sole ad asciugare?

La vicenda, secondo me, è abbastanza ridicola e credo che non servano ulteriori commenti, però, per semplice curiosità personale, sono andato a vedere chi amministra Genova. Ho scoperto che  è guidata dal centrosinistra. Mentre il paese è in rovina  voi continuate ad occuparvi del decoro e delle braghe stese ad asciugare… Bene, Bravi! E poi all’estero si domandano come mai dopo 17 anni noi italiani ci teniamo dobbiamo sopportare ancora Berlusconi…

Piccolo spazio… pubblicità!

Questo sito (come si può vedere dal bannerino in basso a destra con il gufo) è felice e orgoglioso di non ospitare nessuna pubblicità, ma oggi qualche spot sul nostro bel paese vorrei farvelo vedere, così… per il bene della nostra nazione…

Sinceramente mi verrebbe voglia di andare all’estero, ma non in vacanza… Per sempre! Buona visione!

P.s. Signor Presidente, visto che tra poco dovrà dimettersi, le chiedo un favore: prima di lasciare Palazzo Chigi, spenga tutte le luci, perchè non vorrei che gli italiani onesti paghino ancora una volta per gli  sprechi della casta e poi, mi raccomando, chiuda tutte le porte a doppia mandata… non abbiano a (ri)entrare i ladri subito dopo la sua partenza!