Dopo aver firmato anch’io, copio e incollo dal sito di Avaaz…
Centinaia di donne in Bangladesh sono bruciate vive o rimaste seppellite mentre producevano i *nostri* vestiti! Tra pochi giorni, grandi aziende della moda potrebbero firmare un accordo che potrebbe rivelarsi un potente strumento per le norme sulla sicurezza o una campagna pubblicitaria di basso livello per risollevare l’immagine delle aziende. Se un milione di noi riuscirà a ottenere il sostegno degli amministratori delegati di H&M e GAP a favore di norme utili davvero a salvare delle vite, gli altri li seguiranno:
Cari amici,
Abbiamo visto tutti le orribili immagini di centinaia di donne innocenti bruciate o seppellite sotto il crollo delle fabbriche mentre producevano i nostri vestiti. Nei prossimi giorni possiamo fare in modo che le aziende si impegnino perché fatti come questi non accadano più.
Le grandi marche della moda appaltano i loro vestiti a centinaia di aziende in Bangladesh. Due aziende, tra cui Calvin Klein, hanno firmato un patto vincolante per la sicurezza degli edifici con adeguamenti antincendio. Altre, tra cui Wal-Mart o Benetton, stanno cercando di evitare di firmare, proponendo invece alternative deboli e utili solo all’immagine dell’azienda. L’ultima tragedia ha però dato vita a dei nuovi incontri per affrontare l’emergenza e ha generato forti pressioni perché il patto vincolante, in grado di salvare delle vite, venga firmato.
Le trattative finiranno a breve. H&M a GAP potrebbero essere le prime a sostenere un accordo vincolante e il modo migliore di fare pressione su di loro è rivolgersi direttamente agli amministratori delegati. Se un milione di noi farà appello proprio a loro tramite una petizione, attraverso le pagine Facebook, i tweet e altri annunci, tutti i loro amici e addirittura le loro famiglie lo verranno a sapere. Sapranno che la loro reputazione e quella delle loro aziende sono a rischio. Alcune persone sono obbligate a produrre i *nostri* vestiti in edifici pericolosi a un livello inaccettabile: firma perché siano resi sicuri e inoltra questa email a tutti quelli che puoi:
http://www.avaaz.org/it/crushed_to_make_our_clothes_loc/?bKNVvbb&v=24747
La tragedia di questi giorni rientra in uno schema preciso. Negli ultimi anni, incendi e disastri di vario tipo hanno tolto la vita a molte migliaia di persone e altre sono rimaste invalide e non possono più lavorare. Il governo bengalese ha chiuso un occhio davanti a condizioni tragiche, permettendo ai fornitori di tagliare i costi per produrre vestiti con ritmi e costi dettati dai giganti globali della moda. Le grandi marche dicono di fare dei controlli, ma i lavoratori affermano che le ispezioni delle aziende non sono affidabili.
L’accordo sulla sicurezza a sostegno dei lavoratori prevede ispezioni indipendenti, rapporti pubblici sulle condizioni delle fabbriche dei fornitori e provvedimenti obbligatori. Sarebbe applicabile persino per le corti di giustizia dei paesi d’origine delle aziende stesse! Non sono ancora noti i dettagli su quali aziende comprassero dalla fabbrica crollata poche settimane fa e non ci sono prove che H&M o GAP fossero tra queste. Ma molti operai sono morti in altre fabbriche di fornitori di H&M e GAP in Bangladesh e coinvolgere ora queste marche significherebbe fare in modo che altre aziende le seguano.
Le aziende stanno prendendo delle decisioni a riguardo proprio in queste ore. Facciamo appello agli amministratori delegati di H&M e GAP perché indichino la strada a tutto il settore, firmando il piano sulla sicurezza. Firma la petizione e poi condividi questa email quanto più puoi; una volta che avremo raggiunto un milione di firme attireremo così tanta attenzione che non potranno non notarci:
http://www.avaaz.org/it/crushed_to_make_our_clothes_loc/?bKNVvbb&v=24747
Molte volte i membri di Avaaz hanno unito le loro forze per combattere l’avidità delle aziende e sostenere i diritti umani. L’anno scorso abbiamo contribuito a fare in modo che 100 lavoratori indiani tornassero a casa sani e salvi quando un’azienda del Bahrein si era rifiutata di lasciarli andare. Ora prendiamo posizione per fermare la corsa mortale al ribasso nella sicurezza delle fabbriche.
Con speranza e determinazione,
Jamie, Jeremy, Alex, Ari, Diego, Marie, Maria-Paz, Ricken e tutto il team di Avaaz
ULTERIORI INFORMAZIONI:
Bangladesh, le vittime del crollo del Rana Plaza ricattate dai datori di lavoro (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/esteri/13_aprile_26/bangladesh-marchi-moda-responsabilita_6b3c490a-ae81-11e2-b304-d44855913916.shtml
Rana Plaza, Bangladesh. Il capolinea del capitalismo globale (L’Huffington Post)
http://www.huffingtonpost.it/deborah-lucchetti/rana-plaza-bangladesh-il-capolinea-del-capitalismo-globale_b_3201364.html?utm_hp_ref=italy
In Bangladesh, Benetton e le altre aziende devono garantire sicurezza (Il Fatto Quotidiano)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/30/bangladesh-benetton-e-altre-aziende-devono-garantire-sicurezza/578850/
Bangladesh, la strage di operai più grande della storia (Conquiste del Lavoro)
http://www.conquistedellavoro.it/cdl/it/Archivio_notizie/2013/Maggio/info1546183859.htm
Strage in Bangladesh. Quelle magliette low-cost che costano troppo sangue (Panorama)
http://news.panorama.it/esteri/Strage-in-Bangladesh-Quelle-magliette-low-cost-che-costano-troppo-sangue
Già fatto, l’ho pubblicata anche da me! 😉
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Grazie mille Silvia!!!
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Ciao Marco,
che cose orripilanti, ti ringrazio per aver condiviso questa notizia. Firmo subito!
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Tra l’altro ho visto che promuovono molte belle petizioni, ad esempio quella per proteggere i territori Masai… mi sa che firmo anche
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Ciao Margherita,
visto che sei così sensibile e interessata ti segnalo i due siti mondiali che trattano queste petizione http://www.avaaz.org/it/ e http://www.change.org/it . Se al suffisso /it sostituisci i suffissi di altre nazioni di cui conosci la lingua (/uk, /us, /es, /fr, /de, etc…) puoi trovare altre petizioni internazionali che meritano di essere firmate!!! Di nuovo Grazie!!!
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Grazie Margherita!!!!
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