Il discorso più bello del mondo… Poi, però…?

Eleonora, una mia amica, mi ha mandato il link a quello che in rete è considerato il discorso più bello del mondo. Si tratta del discorso che il Presidente dell’Uruguay, José Mujica, ha tenuto alla Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile di Rio de Janeiro dello scorso giugno 2012. Se avete 10 minuti di tempo da dedicarci ascoltatelo, perchè come dicono in tanti,  è un discorso rivoluzionario.

Poi però più sotto ne riparliamo…

Perchè questo discorso, ormai in rete da più di 6 mesi, adesso è salito alla ribalta e gira per tutti i social network, condiviso e ricliccato da un sacco di persone? Semplicemente perchè siamo in periodo elettorale e la storia del Presidente dell’Uruguay oltre ad essere molto istruttiva si presta al confronto con i politici nostrani. Il paragone l’ha fatto l’avvocato ambientalista Fabio Balocco su “Il fatto quotidiano“. Vi metto qui uno stralcio del suo articolo.

“José Pepe Mujica, Presidente dell’Uruguay: un mito” di Fabio Balocco.

Un mito. Non so definirlo altrimenti. José Pepe Mujica è un mito. In un mondo in cui la gente si scanna per il potere, per l’accumulo di beni materiali, lui, Presidente dell’Uruguay, si trattiene solo 485 dollari dello stipendio per vivere e destina gli altri 7500 alla beneficenza. Vive di poco, anzi di pochissimo, in una vecchia fattoria senza neppure l’acqua corrente, ma solo l’acqua del pozzo. È vegetariano, è sposato, ha un cane. Se non fosse per due energumeni che gli montano la guardia all’inizio della proprietà, nessuno potrebbe immaginare che lì ci vive il presidente della nazione. […]

È qualunquista fare un raffronto tra Mujica ed il nostro comunista  migliorista Napolitano, che vive al Quirinale e guadagna 239.192 euro all’anno, aumentati di 8.835 euro nell’anno in corso? 

È qualunquista fare un raffronto tra Mujica, che ha rischiato la vita e conosciuto la galera e che dichiara che un politico dovrebbe vivere come la maggioranza dei propri concittadini, con i nostri ex comunisti ed attuali neoliberisti D’Alema, con il suo yacht ormeggiato a Gallipoli, o Fassino, sindaco della città più indebitata d’Italia, con il suo reddito imponibile (anno 2010) di 126.452 euro?[…]

tratto dall’articolo “José Pepe Mujica, Presidente dell’Uruguay: un mito” di Fabio Balocco.

In tutta la loro buonafede, se Fabio Balocco, la mia amica Eleonora e tutti coloro che fanno girare questo video, pensano che sia una faccenda che riguarda esclusivamente i politici hanno capito poco. Se dopo aver condiviso, cliccato, twettato il discorso José Mujica di escono di casa col suv preso a rate sotto le chiappe e vanno a comprare l’ultimo modello di smartphone o a fare degli ottimi affari nei saldi, non hanno capito proprio niente.

La forza del discorso di José Mujica non sta nelle belle parole contro la società dei consumi, ma nel fatto che questo uomo di 77 anni le ha messe in pratica nella sua esistenza, facendo una vita frugale, liberandosi del superfluo e dei bisogni indotti, dedicando il suo tempo a cose che valgono ben più del possedere oggetti materiali. Sicuramente José Mujica avrebbe fatto le stesse scelte da normale cittadino, anche se non fosse stato il presidente dell’Uruguay, ed è su questo aspetto che tutti tacciono. La scelta di lottare contro questo sistema economico “non consumando” o meglio “consumando criticamente e consapevolmente” è una scelta di responsabilità personale a cui siamo chiamati individualmente tutti quanti, come cittadini e membri della famiglia umana. Chi non capisce questo e magari pensa che sia solo un problema dei politici, faccia a meno di cliccare, condividere, twettare. Grazie!

p.s. La storia di  José Mujica meriterebbe un maggiore approfondimento: quest’uomo che nel periodo del golpe in Uruguay si è fatto circa 15 anni di galera e che col ritorno alla democrazia è diventato Presidente, ricorda da vicino quella di Nelson Mandela ma da noi è totalmente sconosciuta proprio per la sua avversione alla civiltà de consumi!

ulteriore p.s. Nel discorso di  José Mujica appare una parola che ormai non usano più nemmeno i preti: FRATELLANZA. Tenetela a mente: ne riparliamo i prossimi giorni…

6 pensieri riguardo “Il discorso più bello del mondo… Poi, però…?

  1. Dicono che a Vilcabamba (Ecuador) si è scoperto l’elisir di lunga vita. Quasi tutti gli anziani vivono in buona salute e fino a 130 anni. Dipende dal loro reddito?
    Certo che no: in Ecuador il reddito medio pro capite è di 3.289 euro. In Italia è di 19.250 euro.

    Mettere a confronto Ecuador e Italia, Mujica e Napolitano, non è soltanto qualunquista: è un mix di vecchio qualunquismo e di sabor grillesco (passo ulteriore del grottesco), perché mentre i militanti del Movimento 5 Stelle ci mettono la faccia e sono la parte che brilla del movimento, ma nella metà oscura – secondo la logica di Balocco – c’è il reddito di Grillo.

    Nel 2008, quando i redditi degli italiani finirono on line, si scoprì che l’industriale Luciano Benetton dichiarava nel 2005 un reddito imponibile di 1.635.722 euro, mentre il comico Beppe Grillo 4.272.591 euro.
    In quell’elenco on line c’era anche Marco Travaglio (circa 282.280 euro, riportò il Giornale), rispetto ai 174.078 euro di Massimo D’Alema ed ai 463.785 euro di Costantino Vitagliano.
    Allora, perché Balocco chiama in causa D’Alema e Fassino? Perché non Benetton, Beppe Grillo (che pure è in politica) e Marco Travaglio?

    A voler misurare la vita solo con il reddito o le barche – tra l’altro, quella di D’Alema è stata venduta per investire in un’azienda agricola – finiamo al “Sai ched’è la statistica?”. “Per cui risurta che te tocca un pollo all’anno: e, se nun entra ne le spese tue, t’entra ne la statistica lo stesso perché c’è un antro che ne magna due”.

    Nel chiedersi che cos’è la statistica, va ricordato che il reddito è una variabile di flusso. Può salire, scendere e si può discutere, ma non va dimenticato che attraverso le imposte contribuisce alla redistribuzione (del reddito) per finanziare servizi e opere pubbliche.

    Se il benessere non si misura con il reddito, come insegnano Vilcabamba e Mujica, allora di che stiamo parlando? La risposta è “decrescita felice”. Prima di Latouche, però, c’era già stato Gandhi a insegnarci che la parola rivoluzione assume un significato più profondo, che riguarda anche il comportamento di ognuno di noi. Non dipende solo a Fassino e Travaglio o Grillo. Dipende da me, Balocco, Costantino e da oltre 61 milioni di persone in Italia.

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    1. Cerco di rispondere al suo commento, partendo dal fondo:

      La sua conclusione mi sembra che sia analoga alla mia. Latouche, Mujica, Gandhi e andando più indietro anche altri personaggi come diversi filosofi greci e perfino Gesù Cristo hanno detto tutti quanti siamo responsabili di come se la passano, sia il pianeta che i nostri fratelli umani e che perciò come ho già scritto io nel mio post: –La scelta di lottare contro questo sistema economico “non consumando” o meglio “consumando criticamente e consapevolmente” è una scelta di responsabilità personale a cui siamo chiamati individualmente tutti quanti, come cittadini e membri della famiglia umana.– Infatti anch’io aderisco alla decrescita felice.

      Sulla pubblicazione del reddito di tizio o di caio mi dispiace, faccia riferimento a Balocco: è lui che ha fornito i dati nel suo post. Per me poteva mettere i redditi di chiunque! Dal momento che molti abitanti del Sud del mondo vivono con meno di 1€ al giorno, chiunque abbia un reddito maggiore di queste persone o dello stesso Mujica può essere preso per esempio.

      Mi scusi anche per questa piccola correzione: nel suo commento parla di Vilcabamba ed Ecuador. Le faccio presente che esistono due Vilcabamba: una in Perù ed una in Ecuador. In realtà Mujica non è presidente ne’ dell’Ecuador e nemmeno del Perù ma dell’Uruguay che dista circa 4700 km dal Perù e circa 6500 km dall’Ecuador. Sarebbe un piccolo errorino di geografia, come dire che Napolitano è presidente dell’Uzbekistan o del Turkmenistan… (i calcoli sono fatti sulle distanze approssimative fra le capitali)

      Infine un’ultima curiosità: noto che il suo commento è pari pari identico a quello che ha lasciato sul blog di Fabio Balocco. Se lei non ha trovato nessuna differenza fra il mio post e quello di Balocco i casi non possono che essere due:

      1) Io nel mio post non mi sono spiegato bene, e di questo me ne scuso.
      2) Lei ha fatto un copia-incolla del commento che ha lasciato sul blog di Balocco senza nemmeno leggere il mio articolo….

      Indovini per quale ipotesi io propendo…

      Cordiali saluti!

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  2. Rispondo al suo ulteriore commento anche se non aggiunge nessun contenuto al mio post, a parte precisare che lei conviene alle stesse conclusioni.
    Ho letto il suo articolo e lei ha “sposato” la tesi di Balocco sul confronto tra Mujica, i politici nostrani e i rispettivi redditi: una storia che lei giudica “molto istruttiva”. Per questo lei non trova nessuna differenza sui commenti al blog di Balocco e al suo.

    Mi permetto di farle notare che l’errore geopolitico/geografico è soltanto suo, non certo mio.
    Lei ha scritto: “… la storia del Presidente dell’Ecuador oltre ad essere molto istruttiva si presta al confronto con i politici nostrani”.
    Io ho parlato prima di Vilcabamba (Ecuador) e Italia, per cercare di spiegare che sull’aspettativa di vita/benessere non influisce solo il reddito: poi, di Napolitano e Mujica (senza dover precisare che Mujica è il presidente dell’Uruguay, che dovrebbe essere chiaro a tutti tranne a lei, che ha scritto che è il presidente dell’Ecuador ma anche dell’Uruguay) per rilevare che il confronto politico non si può ridurre a un confronto di redditi.

    Cordialissimi saluti

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    1. Il confronto fra i redditi è del tutto legittimo dal momento che in questo mondo il 20% della popolazione del pianeta utilizza l’80% delle risorse mentre l’altro 80% spesso vive in povertà e muore di fame. Quindi, qualsiasi reddito più alto di quello di Mujica, anche il mio di lavoratore dipendente, può essere portato ad esempio per fare un paragone. Mujica campa con 485€ al mese e in qualità di capo di stato sostiene che i capi di stato dovrebbero vivere con la media degli stipendi del popolo che amministrano. Io questa idea la condivido lei è libero di non condividerla.

      La disturba il fatto del paragone fra il reddito di Mujica e quello dei politici italiani? Scelga qualche altro reddito: il suo, il mio di lavoratore dipendente, quello di giornalisti, giocatori di calcio, presentatori tv, cantanti, industriali. Oppure lo scelga per nazione: scelga il reddito medio di italiani, inglesi, francesi, brasilani, indiani, giapponesi o di quale paese vuole lei…

      Poi però si ricordi che se su internet molte persone il paragone lo fanno sui politici è perchè solo loro vengono a dirci a noi popolino di tirare la cinghia…

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